L’album dei ricordi: Lazio-Napoli e il vento del centro-sud

03/02/2016 | 00:30:00

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È senz’altro Lazio-Napoli il match clou del quarto turno infrasettimanale della stagione, coincidente con la ventitreesima giornata di Serie A. I biancocelesti sono in serie utile da sei partite, con 12 punti messi in carniere; trend ancora migliore per la capolista che nello stesso periodo ha centrato solo vittorie, 18 punti su 18 mantenere le solite due lunghezze di vantaggio sulla Juventus, anche in vista dello scontro diretto in programma fra dieci giorni allo Stadium.  Diversi i momenti rimasti impressi nell’immaginario collettivo, avuto riguardo alle sfide disputatesi all’Olimpico: andando a ritroso nel tempo, ne scegliamo come sempre due nel pieno rispetto della “par condicio” dell’album dei ricordi.

 

Riavvolgiamo il nastro, schiacciando ‘rewind’ fino al 16 ottobre del 1994. La Lazio di Zdenek Zeman si presenta all’appuntamento senza particolari problemi di formazione, con il solo – e solito – Gascoigne assente, mentre Vincenzo Guerini deve fare a meno del giovanissimo (ma già titolare) Fabio Cannavaro, oltre che di Policano. A Roma non c’è proprio partita: la Lazio la sblocca dopo due giri di lancette con Alen Boksic, che di testa spedisce alle spalle di Taglialatela la sfera recapitatagli dalla trequarti da Favalli. Rambaudi manca in due occasioni il raddoppio, prima che Il Condor Agostini si incarti a tu per tu con Marchegiani, vanificando la chance del pareggio. Al 20’ ci pensa l’olandese Winter a indirizzare ulteriormente la contesa sui binari biancocelesti, andando a segno con un comodo interno destro da pochi metri. Al 33’ gli azzurri hanno un sussulto e tornano in corsa grazie a Pecchia, lesto nel capitalizzare l’ottimo assist di Freddy Rincon dalla sinistra. L’illusione in casa partenopea dura pochissimo perché dal 36’ al 42’ i capitolini calano il pokerissimo: prima con Casiraghi, che raccoglie di testa in tuffo il traversone di Boksic; poi con Negro, facile tap-in dopo il palo colpito dallo stesso Casiraghi, e infine ancora con Winter che, liberato da Fuser a tu per tu col portiere avversario, lo supera siglando il definitivo 5-1. La pesante sconfitta costerà l’esonero a Guerini: in panchina arriverà il grande Vujadin Boskov, che condurrà il Napoli ad un insperato 7° posto, ad una sola lunghezza dalla zona Uefa.     

 

Arriviamo quindi al 7 gennaio del 2001, Lazio-Napoli cade alla tredicesima giornata del girone d’andata. I padroni di casa, campioni d’Italia in carica, erano reduci dalla vittoria di Bari ma risentivano ancora degli strascichi della sconfitta casalinga nel derby (quello della celebre autorete di Negro). Mentre i campani di Mondonico, subentrato al disastroso ex Zeman dopo sei partite, venivano da quattro risultati utili consecutivi. Pensando alla cifra tecnica del Napoli attuale vengono quasi i brividi: i partenopei (gestione Corbelli-Ferlaino) a fine stagione retrocedettero tra i cadetti, ma quel giorno nella Capitale diedero un’autentica lezione alla corazzata di Eriksson, con il terzetto difensivo Baldini-Quiroga-Troise a disinnescare…Nedved, Crespo e Salas. Tornando con la mente a quel pomeriggio, gara subito in discesa per gli azzurri che al 4’ passano con una prodezza di Nick Amoruso, abile ad aggirare Mihajlovic con uno stop a seguire per poi freddare Peruzzi in uscita, con una zampata in spaccata. Pancaro e Nedved trovano sulla loro strada l’indimenticabile Franco Mancini, superbo nello sventare le loro bordate dal limite, dopodiché lo stesso Pancaro combina la frittata, scaraventando nella propria porta – con un bel sinistro al volo – la sfera crossata dall’out di destra dal marocchino Saber. Al 45’ l’espulsione di Peruzzi, reo di aver parato con le mani fuori area l’ennesima conclusione di Amoruso, fa di fatto calare il sipario sul match. Gli azzurri sfiorano più volte il 3-0, con Orlandoni a dire di no – tra gli altri – anche a Magoni, Bellucci e Moriero, invece sono i laziali ad accorciare le distanze nel finale, con Mihajlovic a trasformare il rigore dell’1-2 concesso da Racalbuto per fallo di Giacomo Tedesco su Nedved.   

Operazione amarcord conclusa, appuntamento alla prossima pagina dell’album dei ricordi

                                                                                                                  

                                                                        JodyColletti                 Twitter: @JodyColletti