Football Cover: Caro calcio italiano, impara dall’Empoli
01/10/2014 | 20:00:00

FOOTBALL COVER: la rubrica dedicata ai protagonisti, agli episodi, ai momenti del nostro calcio
Il calcio si è globalizzato, il nostro movimento ha provato a modernizzarsi, cercando di colmare il gap rispetto al resto d’Europa, ma il risultato finale, sotto diversi aspetti, è stato altamente negativo.
Il calcio business, l’allontanamento delle famiglie dagli stadi, il caro biglietti, la scarsa sicurezza e l’assoluta fatiscenza di numerosi impianti nostrani, mercati sempre più basati sul risparmio dopo decenni nei quali buona parte dei nostri club hanno sperperato milioni senza garantirsi un futuro solido, una struttura federale ancora alla ricerca degli uomini e delle ricette ideali per rilanciare l’intero movimento.
Fortunatamente nell’analisi di ogni fenomeno critico esistono rare, ma decisive eccezioni che ci consentono di ammirare ancora il lato positivo del nostro ambiente e guardare con ottimismo al futuro. Una di loro è sicuramente rappresentata dall’Empoli, ormai da decenni simbolo di coerenza, programmazione, competenza, lungimiranza. Molto spesso si parla fuori luogo di progetto, una parola attribuita a caso, un termine al quale si fa riferimento senza opportune motivazioni.
In questo caso invece non esiste definizione più consona per definire il lavoro svolto da una società capace di non essere dimenticata grazie ad un passato ricco di successi, godere della stima per un solido presente ed essere invidiata per una programmazione che le consentirà un futuro roseo. Tutto frutto di un lavoro svolto da dirigenti grandi conoscitori di calcio, uno staff di osservatori pronti a scovare talenti nelle serie minori, una capillare e costante attività di crescita e valorizzazione del proprio settore giovanile, da sempre autentico serbatoio per il parco tecnico degli anni successivi.
Ci troviamo dinanzi ad una società che non ha mai fatto il più passo più lungo della gamba, è ben consapevole della propria dimensione, con grande umiltà, ma altrettanta ambizione, collezionando diversi anni di militanza nel calcio che conta. Mercati oculati, operazioni ad un grande rapporto qualità – prezzo, progressivo inserimento in prima squadra dei migliori talenti del proprio vivaio. Una strategia organizzativa di eccelsa qualità, che ha permesso anche alla formazione di Sarri, meritatamente nel massimo palcoscenico dopo una lunga gavetta, di gestire l’impatto con la massima serie, ottenendo risultati confortanti e una preziosa consapevolezza dei propri mezzi, indispensabile per mettere fieno in cascina e affrontare con lucidità gli inevitabili momenti più delicati della stagione.
Dopo essere uscita sconfitta, ma a testa alta, contro l’Udinese dell’ex Totò Di Natale e la corazzata Roma, gli azzurri hanno iniziato a muovere la classifica. Il pareggio in rimonta contro il Cesena può rappresentare uno dei momenti di svolta dell’annata. Rimontare due reti sul campo di una potenziale diretta concorrente per la salvezza quando si è ancora fermi al palo in classifica costituisce un’importante reazione, un segnale positivo che mister Sarri avrà accolto con enorme piacere.
Non è stato un episodio, si è trattato di un punto che ha mosso la classifica e dato morale ad una squadra decisa a non recitare il ruolo di cenerentola, né di matricola destinata ad essere asfaltata dalle big. Ne sa qualcosa il Milan, sotto di due reti nel giro di pochi minuti e costretto a rincorrere per tutta la ripresa per portare a casa il punto. Contro il Chievo è arrivato l’ennesimo step nel processo di crescita per Pucciarelli, confermatosi valore aggiunto, pazienza se non è arrivato il terzo sigillo personale che avrebbe potuto regalare la prima vittoria stagionale. Due reti in cinque gare costituiscono un ottimo biglietto da visita. Tavano ha subito ritrovato il feeling con il goal nel calcio che conta, senza scordare assist al bacio.
Verdi ha trovato l’ambiente giusto per avere continuità alla ricerca della definitiva esplosione, facendo così ricredere coloro che, con eccessiva fretta, non hanno puntato sulle sue qualità. Tonelli, Rugani, Laurini si stanno confermando nella massima serie, poche sbavature, un rendimento all’altezza, personalità da vendere, qualche gioia realizzativa, un reparto completato da Mario Rui, autentico motorino nello scacchiere di Sarri, il quale ha affidato le chiavi della porta a Sepe, una scelta finora azzeccata. Un pareggio conquistato con ampio merito, o meglio dire una vittoria sfiorata, sul campo del Chievo, un’altra rivale nella lotta salvezza.
Punti pesanti, un obiettivo conteso da un terzo delle partecipanti, un traguardo non semplice da raggiungere, ma sicuramente alla portata di una neopromossa da prendere come esempio per chi predica bene e razzola male. Se all’infinita gioventù azzurra non verrà mai meno la classe degli esperti Ciccio Tavano e del rientrante Massimo Maccarone, trascinatori per i più giovani e in evidenza con assist da applausi, crederci diventa un dovere.
Diego Anelli Direttore www.sampdorianews.net