Doveri: “VAR angelo custode di noi arbitri. Tifo per il ritorno di Bove”

06/08/2025 | 12:45:53

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Intervistato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, l’arbitro Daniele Doveri ha raccontato alcuni episodi remoti, e anche più recenti, che hanno fatto parte del suo vissuto. Il fischietto italiano ha inoltre lasciato un commento sull’uso della tecnologia nel calcio. Di seguito le sue parole: “Quando in Eccellenza presi uno schiaffo. Nei campi di provincia dovrebbe prevalere lo spirito sportivo. E invece a volte il prato sembra una zona franca, come se uno dovesse dare proprio lì il peggio di sé. Ho visto un quindicenne aggredito da un settantenne massaggiatore: per un calcio d’angolo. Gli ha tirato la borraccia contro il petto. Giorni di prognosi. Sono convinto che l’iter legislativo che equipara gli arbitri ai pubblici ufficiali corretto. Per questo ringrazio chi si è battuto per tutto ciò, da Zappi a tutte le componenti. È un risultato di grande civiltà a tutela dei ragazzi che sognano di fare il mestiere che faccio io. Riprendendo il discorso di prima: io sono convinto che quel signore che ha aggredito l’arbitro fuori da lì, dal campo, sia un nonno fantastico che coccola i suoi nipoti. E allora perché dentro un campo succedono queste cose? Bisognerebbe smetterla”. Sull’importanza della tecnologia nel calcio: “VAR angelo custode? Assolutamente sì. Perché ci fa andare tutti a casa più sereni. Quello che più conta è sapere, alla fine della gara, che il risultato finale sia rispondente a quel che si è visto e alle decisioni prese in campo. E il VAR, in questo, ha aiutato enormemente. L’announcement? La curiosità più grande sarà vedere che effetto farà sul pubblico: sarà rasserenante o no?”. Sull’episodio che ha coinvolto Bove: “Nella mia giovinezza non ho mai tifato per una squadra. Non mi affezionavo a quella o a quell’altra. Quando giocavo avrei voluto essere un Baggio, uno di quei giocatori così. Insomma: da quel giorno però tiferò per Edo qualsiasi cosa farà nella vita. Qualsiasi. Sperando che torni dentro un campo, con le sue scarpe da gioco… Quel giorno ha cambiato la valutazione di mille cose. Non ho dormito quella notte. Sapevo che sul campo era stato fatto tutto il possibile, le cose giuste. Ripensavo ai momenti, ai secondi. Sa cosa mi ha stupito? Lo stupore della gente per il fatto che io abbia reagito così. A volte l’arbitro viene visto come un alieno e ci si sorprende che si possa emozionare”.
Foto: sito AIA Roma