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DALLA GUERRA VERA AI “MISSILI” IN NATIONS LEAGUE: MOVSISYAN, IL PROTOTIPO DI CHI NON TEME LE SFIDE

17.11.2018 | 10:35

Per chi cercherà informazioni su Yura Movsisyan, costui risulterà essere solamente l’ennesimo giocatore ad aver incontrato (e fatto male) con la propria Nazionale alla malcapitata Gibilterra. Ma dietro a questa punta centrale che poche ore fa ha rifilato un poker di reti alla minuscola selezione iberica c’è molto di più. E non stiamo parlando solamente della sua carriera calcistica fatta effettivamente di poche luci della ribalta come quelle di ieri sera con la sua Armenia in Nations League. Quelle ad interessare infatti sono, ancor prima delle doti tecniche, soprattutto le vicende umane che hanno fatto sì che si formasse anche per il tipo di calciatore che è attualmente. Infatti se si trova a girare il mondo sin dalla giovanissima età non è perché volesse magari migliorare il proprio percorso da giovane giocatore in erba, ma solo per la guerra. Un conflitto sanguinoso, quello tra la sua Armenia e l’Azerbajian, che spinge lui assieme alla sua famiglia a lasciare il proprio Paese per trasferirsi negli Stati Uniti. Nel 2000 dunque a 13 anni il poco più che bambino Movsisyan si trova dall’altra parte del mondo con persone è una lingua completamente nuove e sconosciute. Ed è qui a Pasadena, in California, che il giovanissimo attaccante inizia a dare i primi passi a un pallone che in breve tempo lo porteranno lontano. Il talento infatti c’è e questo lo costringe per trovare fortuna a spostarsi nuovamente per indossare la maglia del Kansas City Wizards. È con loro che scenderà per la prima volta in campo in MLS. Un terreno da gioco che al centravanti piacerà particolarmente, tanto da spingerlo, forse improvvidamente, a dichiarare di voler giocare con la Nazionale degli Stati Uniti. Un debutto che sembra a un passo, se non fosse che a questo manca un solo tassello per nulla irrilevante, vale a dire la cittadinanza degli USA. Arriverà anche quest’ultima ma troppo tardi, visto che a quel punto Movsisyan aveva già scelto l’Armenia nel 2010 diventando con Henrikh Mkhitaryan uno dei loro calciatori più amati dai tifosi. Nel frattempo però il giocatore caucasico si prende altre soddisfazioni in America. Prima il trasferimento nel Real Salt Lake dal 2007 al 2009, anno in cui conquista il tanto ambito titolo di MLS contribuendo con 8 gol.

Trofeo in tasca e Movsisyan tenta il salto in Europa. Prima tappa il Randers in Danimarca e poi il Krasnodar in Russia, dove avviene il tanto atteso exploit con 32 reti in 57 match. A questo punto avviene un ulteriore step, stavolta dal sapore agrodolce. Bussa un club di livello come lo Spartak Mosca e lui dice sì. Prima stagione decisamente positiva: 18 gol in 30 partite e in cima alla classifica dei capocannonieri. La seconda invece è da dimenticare. Complici anche una serie di infortuni e scontri con gli allenatori, l’attaccante retrocesso a riserva. Ebbene, Movsisyan sbatte la porta e torna negli USA al suo vecchio amore, il Real Salt Lake. Altre due stagioni, condite ancora una volta da un discreto numero di realizzazioni. Tanto basta per far ripartire le sirene europee. Ancora una volta sono nordiche, quest’anno sono gli scandinavi del Djurgardens. Con gli svedesi un breve tempo, appena 4 partite e solo per pochi minuti, di cui una relegato solo tra i giovani. Decisamente troppo poco per rendere soddisfatto il centravanti. E così si ritorna indietro. Da pochi mesi si trova a giocare in MLS con la casacca del Chicago Fire. Oltre che con quella della sua Armenia come se n’è accorta ieri sera la difesa della Gibilterra.

Foto: mlssoccer.com