Da Angelozzi ad Antonelli: il Bari scopre la differenza

05/10/2014 | 11:38:00

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I superficiali, quelli che difendono i direttori sportivi solo per una notizia in più, fanno finta di nulla. E sostengono che a Bari il problema non è Mangia. E che Mangia non si tocca. Infatti, neanche si erano accorti quando il Bari aveva deciso di ingaggiarlo, all’improvviso. Certo che non è Mangia il problema, hanno scoperto l’acqua stracalda, ma dovrebbero spiegare il perché. E non lo spiegano, impegnati nella ricostruzione della vicenda Hugo Almeida-Cesena (ci sono presunti Frecciarossa che viaggiano come regionali, con giorni di ritardo sul binario numero…). In realtà il mercato di un club come il Bari, che anche noi abbiamo valutato ben oltre la sufficienza, brilla a maggior ragione se la gestione di chi dovrebbe tutelare l’allenatore è una gestione serena, competitiva, attenta. Il Bari è passato da “24 ore su 24” Guido Angelozzi (oggi allo Spezia), innamorato della città e dell’idea di doversi attivare per risolvere mille problemi al minuto, a Stefano Antonelli. Quest’ultimo ha lasciato il Siena a poche ore dal fallimento, magari per poter dire “io non c’ero” (invece c’era, lo sanno anche i bambini), salendo al volo sul treno chiamato Bari. Una trattativa più veloce della luce: c’è chi può e chi non può. Lui può (o poteva), evidentemente. E avrebbe dovuto tutelare maggiormente Mangia, costruendo una squadra più vicina al sistema di gioco dell’allenatore. Evitando di prendere qualche giovane tutto da scoprire: ha poco senso Minala, evidentemente per ora non al centro del progetto Lazio, che gioca al massimo venti minuti. Quindi, mercato da sufficienza piena, ma gestione inadeguata. Bisogna cambiare rotta, metterci un’attenzione diversa, ci sono ancora le condizioni per salire sull’autobus chiamato serie A. Angelozzi respirava il Bari minuto per minuto, Antonelli ha cavalcato la tigre pensando che fosse soltanto gloria. E Lotito, pardon Paparesta (stavamo pensando ancora a Minala e al suo presidente di riferimento), cosa dice? Il Bari ha un bacino di utenza enorme, un amore infinito, una voglia di calcio con tanti, troppi, arretrati. Non facciamola scappare, quella gente. E lo diciamo soprattutto a chi è abituato a scappare…