Countdown Brasile 2014: il girone D ai raggi X

02/06/2014 | 21:00:00

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Fare le carte ai Mondiali non è impresa tra le più semplici. Generalmente i valori effettivi alla lunga emergono, ma bisogna sempre considerare che il tutto si concentra nell’arco di un solo mese, al termine di una faticosa stagione agonistica. Al di là delle problematiche legate a condizioni di forma e peso specifico degli organici, in Brasile potrebbe incidere anche il fattore climatico, tra alture e calura le sorprese non mancheranno di certo. All’interno di questa nuova rubrica vi presentiamo le 32 partecipanti alla prossima kermesse iridata, cercando di individuarne punti forti e deboli. In calce ad ogni articolo troverete i link di indirizzamento ai convocati delle rappresentative in questione e ai gironi già analizzati.

Lasciamoci ammaliare dall’appeal della Coppa del Mondo: una sola Nazionale si guadagnerà l’immortalità calcistica, il countdown è già scattato.

 

GIRONE D

 

ITALIA (4-3-1-2; 4-3-3)

Palla da un lato, portieri dall’altro. Claudio Cesare Prandelli, con l’esclusione last second di Giuseppe Rossi, ha spiazzato quasi tutti gli italiani travestiti da estremi difensori, che si aspettavano di vederlo tra i 23 con Insigne nei panni di riserva. È già partita la fiera degli evergreen, spaziamo dal classico “Paese di commissari tecnici” all’altrettanto longevo “il mister aveva il termometro della situazione”. Può darsi. Sicuramente il Ct non si è dimostrato un fine psicologo in questo periodo: prima l’infelice battuta da Bar Sport su Criscito (accostato ironicamente a Cabrini e Maldini), poi il rosso sul più bello al Pepito sedotto e abbandonato, che – ricordiamolo – comunque era rientrato un mese fa dall’infortunio, mica ieri, nell’arco di due settimane avrebbe potuto raggiungere un buon livello di forma e acquisire maggior sicurezza nei contrasti. Ma Rossi per questa Nazionale non era indispensabile, stolto l’Uruguay a precettare un Suarez ancora convalescente dopo l’intervento chirurgico di 10 giorni fa…

Dulcis in fundo, Prandelli sottovaluta il rischio che l’assenza dell’asso viola possa inconsciamente tramutarsi in un alibi perenne per i calciatori stessi, ancor prima che un fucile a pallettoni per la stampa pronta al fuoco. Eppure bastava tenere a mente le deficitarie spedizioni del Mondiale 2002 e di Euro 2004, lì aleggiavano rispettivamente i fantasmi di Roberto Baggio e Gilardino, lasciati a casa dal Trap, in Brasile alla prima nota semi stonata ci penserà Pepito a far scaricare le aspettative di tutti. Chiusa parentesi.

Gli azzurri, dall’alto dei loro 4 titoli iridati, comandano la relativa classifica di un girone che annovera in bacheca ben 7 Coppe del Mondo (2 dell’Uruguay e 1 dell’Inghilterra), la speranza di spuntarla è forte, non fosse altro che per il precedente inverso del 2010: ai tempi arrivammo ultimi in un gruppo ridicolo, magari in quest’edizione – dovendo stare sul pezzo sin da subito – il copione sarà diverso.

Analizzando l’organico italiano, dietro spicca il blocco Juve composto da Barzagli, Bonucci e Chiellini (poco avvezzi a giocare a quattro) cui si somma il monumento Buffon, mentre sulle corsie sono in deciso rialzo le quotazioni del nuovo arrivato Darmian, eccellente nell’amichevole contro l’Irlanda che purtroppo ha tolto di mezzo Riccardo Montolivo.

Nella zona nevralgica, dove tutto ruoterà attorno al genio di Andrea Pirlo, finora il tecnico ha insistito su 3 centrocampisti a supporto di un trequartista ma, stando alle indiscrezioni, presto potrebbe sperimentare una sorta di 4-1-3-2, con De Rossi perno arretrato – pronto a scalare in difesa – e il fosforo di Verratti abbinato qualche metro più avanti a quello del luminare bresciano. Considerando anche il reparto avanzato, si potrebbe però puntare sul 4-3-3 tradizionale, modulo che esalterebbe le caratteristiche dei vari Cerci, Candreva e Insigne. Per il resto, fiducia a Mario Balotelli, nella speranza che riesca a mantenere gli standard azzurri (poiché quello “ammirato” quest’anno in campionato non meriterebbe di giocare), Antonio CassanoCiro Immobile, capocannoniere uscente nonché neo centravanti del Borussia Dortmund.

È vero che la nostra Nazionale raramente buca gli eventi clou, l’auspicio è di arrivare in fondo anche nella tana dei verdeoro pentacampeones, ma senza alzare la pressione perché, qualitativamente parlando, i paragoni con la squadra del 2006 (Buffon, Barzagli, Pirlo e De Rossi gli unici reduci) non stanno né in cielo né in terra, a prescindere dalla rinuncia a Giuseppe Rossi. Al di là dello spessore di tanti altri campioni nel pieno della maturità (da Cannavaro a Zambrotta, passando per Gattuso, Totti, Del Piero e Toni), basti pensare che in quella Italia di Lippi il ruolo di sesta punta era ricoperto da Pippo Inzaghi, un tale che un anno dopo trascinò il Milan a suon di gol sul tetto d’Europa e del mondo.

 

 

 

URUGUAY (4-4-2; 4-3-3)

Testa di serie malgrado il brutto percorso nelle qualificazioni, misero quinto posto nel girone e pass per il Brasile staccato solo allo spareggio con la Giordania, la Celeste va assolutamente presa con le pinze perché recentemente ha risposto alla grande negli appuntamenti che contano: il quarto posto al Mondiale 2010 e la vittoria dell’ultima Coppa America valgano da memorandum.

Premesso che Oscar Tabarez, nell’ufficializzare la lista definitiva, ha tagliato Sebastián Eguren (Palmeiras) e Alejandro Silva (Lanus), analizzando la rosa a disposizione dell’ex tecnico di Cagliari e Milan risalta un significativo squilibrio tra i vari reparti.

Quasi la metà dei convocati profuma d’Italia: cinque militano ancora in serie A, sei vantano trascorsi nel nostro massimo campionato. A partire da Fernando Muslera, attuale numero uno del Galatasaray ma notevolmente migliorato rispetto ai tempi della Lazio, che sarà protetto dall’affiatata coppia Lugano-Godin (riscopertosi goleador nello straordinario finale di stagione dell’Atletico Madrid), coadiuvati sulle fasce da Maxi Pereira (Benfica) e dallo juventino Martin Caceres.

La mediana rappresenta sicuramente l’anello debole della formazione uruguaiana. L’ex Palermo Arevalo Rios, titolarissimo, completa il poker di centrali composto dai “nostri” Gargano, Perez e Alvaro Gonzalez: sinceramente in ambito internazionale c’è molto di meglio, tant’è che spesso il Ct arretra il raggio d’azione di Nico Lodeiro. L’ex reggino Stuani viene adattato largo sugli esterni nell’atipico 4-4-2 sperimentato ultimamente, mentre sull’out opposto l’altro Colchonero Cristian ‘Cebolla’ Rodriguez non dovrebbe soffrire la concorrenza di Alvaro Pereira, uno dei flop più eclatanti della storia contemporanea dell’Inter. Non va escluso però che l’allenatore alla fine decida di riproporre, specie in corso d’opera, il più canonico 4-3-3.

L’attacco dei sudamericani, ad ogni modo, è francamente da urlo: il tandem Suarez-Cavani non teme confronti, anche se le condizioni del fuoriclasse del Liverpool costituiscono un’incognita. Il pistolero si è operato al menisco il 22 maggio ma, incassate le dovute rassicurazioni mediche, Tabarez lo ha inserito comunque nei ventitré, forte della normativa FIFA che, per il caso di infortuni, consente di operare sostituzioni in extremis fino al giorno precedente l’esordio nella kermesse. Verosimilmente il giocatore all’inizio non verrà rischiato, in suo luogo accanto al Matador – più che Abel Hernandez – giostrerà il recordman di presenze e reti Diego Forlan, che a 35 anni suonati difficilmente riuscirà a difendere lo scettro di re del gol conquistato in Sudafrica quattro anni or sono.

 

 

 

INGHILTERRA (4-2-3-1)

Attenzione alla rappresentativa dei Tre Leoni, in tanti reputano gli inglesi un gradino più giù dei due competitors sol perché il poco patinato Hodgson ha rinnovato progressivamente il gruppo. A parere di chi scrive, invece, a livello di individualità questa è l’Inghilterra più intrigante degli ultimi anni. Se nonno Roy trovasse l’amalgama potrebbero essere guai per tutti ma, anche ove non vi riuscisse, sappiamo bene come in Nazionale i colpi dei singoli generalmente risultino più decisivi rispetto a moduli e idee di gioco. I commissari tecnici, a differenza dei colleghi che lavorano nei club, hanno poco tempo per incidere su schemi e movimenti, difatti sovente si limitano a far indossare agli undici prescelti il vestito tattico cui sono mediamente più abituati.

Davanti a Joe Hart, riappropriatosi della titolarità dopo aver superato il periodo di appannamento con il Manchester City, dovremmo vedere stabilmente Gary Cahill e Phil Jagielka, entrambi curiosamente a segno nell’amichevole contro il Perù disputatasi a Wembley 3 giorni fa. Ai loro lati spazio a Glen Johnson e Leighton Baines, fermo restando che quest’ultimo potrebbe essere insidiato dall’astro nascente Luke Shaw, nominato miglior terzino sinistro della Premier da poco conclusasi a dispetto dei soli 18 anni di età.

In mezzo l’unica certezza si chiama Steven Gerrard, al suo fianco – qualora insistesse sul 4-2-3-1 – il Ct dovrebbe collocare il compagno di Livepool Jordan Henderson: optare per l’altro veterano Lampard o per i formidabili Wilshere e Barkley sarebbe un azzardo dal punto di vista dell’equilibrio. Ampissima invece la scelta per allestite la batteria a sostegno dell’unico riferimento offensivo: oltre agli appena citati talenti di Arsenal ed Everton, ballano soprattutto Adam Lallana, altro emergente in procinto di lasciare il Southampton come Shaw, e i due Red Devils Welbeck e Rooney, punte di professione ma funzionali anche 10-15 metri più indietro, grazie alla loro maestria nell’attaccare gli spazi. Il più vicino alla porta avversaria, infine, dovrebbe essere l’ottimo Daniel Sturridge: anche l’ex Chelsea però ama svariare, indi per cui potremmo assistere a continui cambi di posizione con Danny e Wayne.

 

 

 

COSTA RICA (4-4-2)

È evidente come quella centroamericana, con il dovuto rispetto, rappresenti la selezione materasso del girone. Nel mondo del pallone tutto può succedere, si sa, ma in questo caso non sembrano sussistere margini per impronosticabili sorprese, al punto che alcuni bookmakers quotano a 20 il superamento del turno da parte dei costaricani.

Il colombiano José Luis Pinto, archiviata la prima gestione conclusasi nel 2005, ha ripreso le redini dei Ticos nel 2011, dopo aver maturato – tra le altre – anche un’esperienza alla guida della Nazionale del suo Paese, e finora i risultati sono stati più che positivi. La piazza d’onore conseguita nelle qualificazioni, alle spalle degli Usa e con ben 7 punti in più del quotato Messico, ne costituisce la riprova.

Poche le individualità da segnalare, tra queste campeggiano inevitabilmente i profili di Keylor Navas, portiere del Levante interessato da parecchi rumors di mercato negli ultimi mesi, e dei due attaccanti Bryan Ruiz e Joel Campbell. Il primo, reduce da una parentesi in prestito al PSV Eindhoven, lascerà a parametro zero il retrocesso Fulham. Mentre il secondo, balzato agli onori della ribalta per la maiuscola prestazione con gol al Manchester United negli ottavi di Champions con la maglia dell’Olympiacos, è di proprietà dell’Arsenal, chiamato nelle prossime settimane a decidere il suo futuro.

Peseranno i forfait dei fratturati Bryan Oviedo, esterno sinistro in forza all’Everton, e del bomber Alvaro Saborio, ma strappare almeno un punticino nei tre match con le summenzionate corazzate sarebbe stata ugualmente un’impresa.

                                                                                               Jody Colletti           Twitter: @jodycolletti

CONVOCATI

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Foto: Dreamstime