Corini-Verona, l’amarcord della disperazione

30/11/2015 | 11:55:00

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Il ciclo di Andrea Mandorlini a Verona è terminato, così com’era apparso chiaro già nel pomeriggio di ieri, ascoltando le dichiarazioni del direttore sportivo Bigon dopo la sconfitta – l’ennesima stagionale – nella tana del Frosinone. Esauriti i bonus del tecnico romagnolo, in sella dal lontano 2010 con all’attivo il doppio salto dalla serie C1 alla A e le brillanti salvezze successive: troppo pochi i 6 punti accumulati in 14 giornate di campionato, gli scaligeri sono ormai desolatamente da soli in fondo alla classifica, a ben 8 lunghezze da quel quartultimo posto che vale la salvezza. Per tentare di risalire la china la società del presidente Setti si è orientata su Eugenio Corini, uno scenario non certo inedito per quello che suona come una sorta di amarcord della disperazione. Da calciatore Genio vestì infatti la maglia dell’Hellas nel biennio 1996-98 per poi cambiare sponda e passare al Chievo, trasferimento che all’epoca fece parecchio rumore. Adesso il percorso opposto: Corini è ancora sotto contratto con il club di Campedelli, deve liberarsi per iniziare la sua nuova avventura. Una scelta probabilmente tardiva quella del Verona, che dopo aver incassato il no di Guidolin nelle scorse settimane e preso troppo tempo con Di Carlo, finendo col perdere il tecnico poi accasatosi a La Spezia, adesso chiede l’impresa a Corini. Nell’ambito della confusione più totale, figlia di un’assenza di strategie inconcepibile a questi livelli.