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ALLA CONQUISTA DELL’OLANDA: RITSU DŌAN, IL MESSI GIAPPONESE

18.10.2018 | 11:30

Fa’ del tuo meglio. È la traduzione letterale di ganbaru, verbo giapponese. Gamba è la sua abbreviazione. Da qui Gamba Osaka, una delle squadre più importanti della J1 League, che ha regalato al mondo un campione come Yasuhito Endo. Ma lì si è formato anche Ritsu Dōan, che pare aver preso alla lettera il motto del club, i cui tifosi, piccola curiosità, hanno una certa passione per l’Atalanta: non è un caso se i colori sociali dei nipponici sono proprio il nero e il blu.

Nato nel 1998 nella prefettura di Hyogo, Dōan ci mette molto poco a dimostrare il suo talento. Entra nelle giovanili del Gamba e nel 2015 passa in prima squadra. Debutta a soli 16 anni e 344 giorni, contro il Seoul, in un match della Champions League asiatica. Gioca soltanto due minuti, sì, ma è un segnale importante. Pochi giorni dopo fa il suo esordio anche in campionato, stavolta contro il Kashima Antlers. È solo l’inizio. Da quel momento in poi dà il via al suo exploit. Non segna tanto (4 reti in 25 presenze), ma ha quel qualcosa in più che convince gli olandesi del Groningen a testarlo in Eredivise. Infatti arriva inizialmente in prestito: le prestazioni del giapponese però sono subito positive. Al suo primo anno in Europa, Dōan indossa la maglia numero 25 in onore di Nakamura e colleziona un bottino davvero niente male: 31 presenze 10 reti e 4 assist.

Agisce inizialmente da mezzala nel classico 4-3-3 olandese. Poi, con la cessione di Idrissi all’AZ Alkmaar, il tecnico Faber lo sposta nel ruolo di ala nel tridente offensivo. A destra, così da rientrare e sfoggiare il suo educatissimo sinistro. Posizione confermata anche da Danny Buijs, allenatore del Groningen dallo scorso febbraio. Il club lo acquista a titolo definitivo durante la scorsa estate per un costo non superiore ai 5 milioni. In questo inizio di stagione è sceso in campo nove volte fra campionato e coppa: per ora ha segnato soltanto una rete. Ha conquistato anche la Nazionale, con cui martedì pomeriggio è andato in gol contro l’Uruguay, in amichevole. Un altro grande traguardo per questo ragazzo, che ha già ottenuto riconoscimenti importanti: è in corsa per il trofeo Kopa (il premio al miglior under 21 al mondo) e, nel 2015, è stato inserito da The Guardian nella lista dei migliori cinquanta calciatori nati nel 1998.

Dōan ha doti tecniche di primissimo livello. Brevilineo, ha un’accelerazione nel breve che lascia quasi sempre l’avversario sul posto. Visione di gioco, dribbling, tiro preciso e disarmante. In patria lo definiscono il Messi giapponese, perché le caratteristiche sono davvero simili. E infatti Pep Guardiola sembra avergli messo gli occhi addosso: i calciatori con questi requisiti sono pane per i suoi denti. Prima però deve completare il suo percorso di crescita in Olanda, lì al Groningen, dove spera di ripercorrere le strade di Luis Suarez e Arjen Robben, passati proprio per il club olandese prima di sfondare. Non sarà facile, ma siamo certi che terrà fede al motto con cui è cresciuto in Giappone: fa’ del tuo meglio. Sempre.

 

Foto: Giappone Twitter