Cellino non cambia mai. Ma Pippo doveva saperlo
07/02/2022 | 23:45:57

Si può disquisire quanti vogliamo sul calcio di Pippo Inzaghi: può piacere oppure no, può essere il modello di riferimento ma anche l’esatto contrario. Non è questo il punto. Il punto è un altro: accettando la proposta di Cellino, sapeva – doveva sapere – che si sarebbe esposto a spifferi con pochi precedenti. Non a caso, come ricorderete (abbiamo raccontato la trattativa nei dettagli), la scorsa estate aveva speso più di qualche pensiero prima di accettare la proposta. Probabilmente aveva intuito che non sarebbe stato un percorso con rose e fiori, anzi. E quindi avrebbe dovuto pensarci meglio. Ora, nel 2022 siamo dinanzi a storie che appartengono a 30 anni fa: il presidente che vuole le due punte piuttosto che una, il trequartista oppure no e avanti così con questo balletto buffo per non dire goffo. Ieri abbiamo aggiunto che non era certo sorprendente la decisione di Cellino, malgrado il terzo posto in classifica a due punti dalla capolista Lecce. Negli ultimi due mesi c’erano stati mille confronti, lo stesso Cellino si era esposto, si poteva immaginare che al primo rovescio (ma un punto a Cosenza può essere considerato un rovescio?), sarebbe venuto giù il nubifragio. La svolta è stata quindi sorprendente per chi non conosce Cellino o per chi lo conosce e lo difende a prescindere, stendendo tappeti rossi e di ogni colore. Ci preme aggiungere altre due cose. La prima: il direttore sportivo Marroccu, tornato a Brescia dopo un enorme contenzioso con il suo attuale datore di lavoro che conosce dai tempi di Cagliari, come minimo dovrebbe dimettersi per una questione di coerenza. Poco meno di due mesi fa Marroccu aveva dichiarato che “se la proprietà esonerasse Inzaghi, sarebbe una decisione strana e mi dimetterei immediatamente”. E ora? Lo spieghi Marroccu. Seconda cosa: ci sembra assurdo riempire di improperi e critiche senza fine Diego Lopez che non sarà l’allenatore più bravo del mondo e che avrà qualche difetto (soprattutto quello di tornare ogni volta che Cellino lo richiama) ma che non è certo il principale responsabile di questo balletto. Eppure anche a Brescia c’è chi stende gli stessi tappeti rossi a Cellino, complimenti.
FOTO: Twitter Brescia