AURELIO NON HA PIÙ IL BANCOMAT
12/11/2025 | 21:00:57

Il dibattito su Antonio Conte si spacca in tre o quattro non semplicemente in due e ognuno può avere una sua chiave di lettura. L’allenatore è fuori discussione, spesso vince scudetti in 10 minuti e anche quando non ci sono le condizioni migliori, ma dalla seconda stagione in poi entriamo in una zona calda, pericolosa, minata e non semplicemente sdrucciolevole. La premessa è a prova di qualsiasi, goffa, smentita: fino alla scorsa primavera Conte aveva deciso di tornare alla Juventus, nel bel mezzo di un campionato che avrebbe permesso al Napoli di entrare nuovamente nella storia del calcio. Dico a prova di qualsiasi smentita perché i diretti interessati sanno e se negassero sarebbero meritevoli del “Pinocchio d’oro”. Conte aveva deciso di tornare a Torino, aveva chiesto carta bianca, poi ha capito che non esistevano le condizioni e ha riaperto a De Laurentiis che lo aveva atteso senza mettergli pressioni. Antonio ha avuto un adeguamento di contratto, la promessa di un mercato faraonico (come se quello dell’estate precedente fosse stato misero…), eventuali e varie.
Riepilogando: per i suddetti (e altri motivi) Conte ha ottenuto esattamente quanto vorrebbero avere tutti gli allenatori del mondo. Della serie: io chiedo e il presidente mi dà, a costo di non poter più utilizzare il bancomat. Succede raramente. Aurelio si è defilato, quasi mai ha espresso un pensiero, solo in rare occasioni come i tweet di lunedì sera. Questo per dire che il rispetto è stato assoluto, la discrezione anche, una pazienza enorme che meriterebbe di essere considerata. Conte afferma: “Devo parlare con la società”. Ma non può essere così, al massimo il contrario: la società deve parlare con Conte e chiedergli perché il Napoli gioca così male, segna quasi mai, ne prende sei dal PSV, potrei continuare per qualche ora. La gestione compete a Conte, non è in vendita al supermercato (come diceva per l’amalgama buonanima di Massimino) e se anche lo fosse non sarebbe giusto acquistarla. Quindi, adesso cerchiamo di andare al sodo piuttosto che fare chiacchiere: la stagione è apertissima, Conte è un grande allenatore e ha la possibilità di dimostrarlo con i fatti perché le parole servono a nulla, nel senso che non regalano punti in classifica.
Due rapide considerazioni su Palladino e la vicenda Lazio. L’Atalanta ha scelto l’allenatore che avrebbe dovuto prendere a fine giugno, questo lo sappiamo bene. Insomma, una differita quando sarebbe stato meglio andare in diretta pochi mesi fa. La qualità dell’organico sembra fatta apposta per Palladino che mai, sottolineo mai, è stato davvero in corsa per Juventus e Fiorentina. Stiamo parlando di un allenatore giovane e con idee, forse troppo pieno di sé in qualche circostanza e su questo argomento si può lavorare e migliorare. Sulla vicenda Lazio (molto dignitosa in casa dell’Inter) non si capisce a cosa serva un comunicato per smentire un allenatore che aveva chiaramente detto come la direzione di Manganiello non avesse condizionato il risultato, non esisteva alcun margine per il deferimento. Di sicuro il club può fare come ritiene, ma forse sarebbe opportuno un comunicato per rispondere al seguente quesito: la Lazio potrà fare mercato oppure no? Non dovrebbe rispondere a me, ma ai tifosi e a chi chiede il minimo sindacale di verità.
Foto: sito Napoli