Amelia: “Mondiale 2006? Merito di Lippi, calciopoli non c’entra nulla. Vi racconto Batistuta, Totti e Capello”
07/10/2021 | 14:58:40

Marco Amelia, ex portiere, è intervenuto ai microfoni di Radio 2 per rivivere alcune tappe della sua carriera. Durante l’intervista, ha parlato anche di Batistuta, Totti e Capello. Di seguito le sue parole.
Sul trionfo ai Mondiali nel 2006
“Credo che si sia detto tutto, anche troppo. Ci sono cose che è bello tenere nello spogliatoio, nel gruppo che poi ha affrontato quell’esperienza. Era un periodo difficile, era scoppiato lo scandalo di calciopoli, c’era molta diffidenza sul sistema calcio in quel momento, credo che ogni singolo individuo che ha partecipato alla spedizione mondiale sia stato importantissimo. Dai cuochi al mister. Se è vero che calciopoli ci ha aiutato a compattarci? Viene detto, ma io credo che il gruppo già prima fosse molto unito. E’ stato fatto un grande lavoro da parte di Lippi. Io credo che calciopoli abbia solo creato delle problematiche al nostro gruppo, qualcuno si è trovato sui giornali, per me calciopoli non ha unito il gruppo, anzi lo ha destabilizzato. Da quel punto di vista è stata la dimostrazione che eravamo veramente forti”.
Sullo scudetto vinto con la Roma
“Abbiamo vissuto una stagione iniziata dopo lo scudetto della Lazio, uscendo subito dalla Coppa Italia, malamente, contro l’Atalanta. Ci fu una grande contestazione a Trigoria. Fu pesante, c’era tanta gente, c’è stata violenza. La rabbia era comprensibile, ma servono dei limiti. Però fu una stagione meravigliosa, ci rimboccammo le maniche, iniziammo a vincere, la squadra era fatta da grandissimi giocatori. Io ero giovanissimo, ero un giovane calciatore che viveva lo spogliatoio. Ricordo il rapporto con Capello e con gli altri giocatori. Fu tutto meraviglioso. Avevo 18 anni, ero un tifoso. Quella vittoria lì mi ha poi permesso di andare a fare la mia carriera. Vinsi poi a Livorno, con l’Under 21, a Milano col Milan, lo scudetto”.
Su Batistuta
“Quando arrivò a Roma tutta la piazza si innamorò subito di lui. Era il più forte attaccante in circolazione. Mi ricordo la presentazione con lo stadio pieno. Tutto molto bello. Aveva una grande carica, voglia di vincere, ti trascinava, ti contagiava. Ha vinto poco per quello che è stata la sua carriera”.
Su Totti
“Ai tempi era molto giovane, era già l’idolo della gente, faceva difficoltà a vivere, ogni volta che si muoveva aveva centinaia di persone intorno. E’ unico. Per i tifosi della Roma è qualcosa di eccezionale e si percepiva che non era facile vivere la città nella sua posizione. Fare tutta la carriera con un’unica maglia non è stato facile per lui. Non è facile vivere la vita in modo diverso rispetto a tutti gli altri. La normalità non te la darà mai indietro nessuno. Ma questo credo sia anche il bello di essere un grande campione come Totti”.
Su Capello
“Un grande. Ho imparato tanto anche solo ascoltandolo. Mi ha dato un sacco di consigli, dall’alimentazione al come vivere la vita da atleta. Lui è la mentalità Milan, che io poi ho ritrovato in rossonero. Sergente di ferro? Sì, nel senso che ha sempre preteso che i suoi giocatori dessero il massimo. Questo a volte non viene ben concepito da tutti”.
Foto: Instagram Amelia