Zarate: “Emozionante tornare al Velez, tanta sfortuna in Premier. Ho pensato di smettere, ma mia moglie…”

Mauro Zarate, attaccante argentino tornato in Patria per indossare la maglia del Velez Sarsfield, ha rilasciato un’intervista sull’inserto de La Gazzetta dello Sport, ExtraTime: “Tornare al Velez? Non me l’aspettavo: è stato emozionante. Una cosa che non avrei immaginato nemmeno nei sogni. Ho sempre detto che in Argentina l’unico mio club era il Velez e per questo avevo promesso che sarei tornato. Tempo fa ho dichiarato che, viste le difficoltà di classifica (19°, ndr), sarei stato il primo a mettermi in gioco per salvarlo dalla retrocessione: e così ho fatto. A Dubai con Prandelli nell’Al-Nasr? L’idea di trasferirmi lì era già in piedi da tempo: ne avevo parlato l’anno scorso, ai tempi del Watford, anche con Mazzarri, che dopo il mio infortunio aveva capito che avevo bisogno di cambiare aria per ricominciare a giocare. È stato bello giocare lì, anche se per poco. E l’Argentina chiamava. Premier? La colpa del mio flop è da imputare alla sfortuna: con Mazzarri le cose andavano bene, mi chiamava tutti i giorni quando ero alla Fiorentina e alla fine mi ha convinto a trasferirmi di nuovo in Inghilterra. Però dopo tre buone partite il crociato ha fatto crac. E per me è stato un colpo durissimo. Mia moglie Natalie e i suoi problemi di salute? È quanto di più terribile abbia mai vissuto. Con lei e i miei figli abbiamo avuto momenti di grande sconforto. Ho anche pensato di smettere di giocare quando le è stato diagnosticato per la seconda volta il tumore al seno dopo la prima operazione. Poi lei mi ha convinto a proseguire. E ora che lei sta meglio ammetto di aver fatto bene a seguire il suo consiglio. Rammarico per aver lasciato la Fiorentina? Moltissimo, perché non volevo andare via. Quando abbiamo preso la decisione di andarcene, Natalie si è messa a piangere. Io ogni giorno lavoravo per guadagnarmi un posto ma purtroppo Paulo Sousa non mi vedeva. I tifosi sì e lui no. Mi piacerebbe un giorno poter tornare, mai dire mai”.



Foto: Clarin