Preziosi e la sua “ultima intervista”. Retromarcia anche in nome di Pellegri

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Il 10 luglio scorso Enrico Preziosi ha detto che sarebbe stata la sua ultima intervista da presidente del Genoa. Parole sue, virgolette chiare, un impegno preciso. Sarebbe stata una liberazione per i tanti tifosi, la stragrande maggioranza, che non ne possono più. La cordata interessata aveva allargato l’offerta, come già raccontato, da 100 a 120 milioni, i debiti erano talmente tanti che chiunque si sarebbe defilato. Invece no, i nuovi sarebbero andati fino in fondo, ma non avevano fatto i conti con le solite promesse vane di Preziosi. Che infatti dopo il 10 luglio scorso ha parlato in più occasioni, ovviamente rispondendo spesso a chi gli fa domande comode, e poi a fare la differenza è stato… Pellegri. Già, perché Preziosi ha intuito che vendere il suo enfant prodige potrebbe essere un vero affare, a cifre inimmaginabili. E così tanti saluti a qualsiasi ipotesi di cessione: il patto di riservatezza avrebbe dovuto comportare almeno un comunicato congiunto. Invece, ha parlato soltanto Preziosi per spiegare a modo suo e in assenza della controparte. Ogni commento è superfluo.



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