MANCIO: NO SPONSOR, SOLO FATTI

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Roberto Mancini merita un’ora di applausi. Ha dato un senso alla Nazionale, l’ha rilevata da uno dei momenti più neri della storia azzurra, l’eliminazione vergognosa dal Mondiale 2018 e Ventura che aveva lo sguardo perso nel vuoto. Sarebbe stato difficile per chiunque programmare la risalita, entrare nel disastro e ricavarci qualcosa di positivo. Mancini lo ha fatto, non con le parole, come riesce a chi sa soltanto promettere, ma con i risultati e con un senso di appartenenza che va elogiato senza soluzione di continuità.



Non ha messo condizioni economiche, come aveva fatto qualcuno in passato con il coinvolgimento di sponsor munifici per permettere di arrivare a cifre mai pagate nella storia della Nazionale. Mancini si è “accontentato” di un paio di milioni, non ha impostato il discorso sul piano “siccome i club mi davano ingaggi fantastici, dovete fare così, altrimenti non vengo”. Atteggiamenti da portare come esempio a chi non accetta se gli dai cinque o sei e non accetta se gli dai due. Mancini aveva un sogno azzurro da sempre, negli anni aveva detto e ribadito che il suo desiderio di guidare la Nazionale. Quando gli è capitata l’occasione, nel momento forse più difficile della storia azzurra, ha accettato senza fiatare e senza rilanciare.

I risultati del campo, poi, sono una bontà: qualità, organizzazione, valorizzazione dei giovani, coraggio, fatti concreti. Andiamo agli Europei a testa altissima, anzi con il petto in fuori ma senza spocchia, piuttosto, reduci da una grande cultura del lavoro. La stessa cultura che spesso paga. Siamo nelle Final Four di Nations League, forse avremmo anche rinunciato a girare l’Europa in questo momento molto complicato, ma anche in questo caso l’obiettivo è stato centrato. Mancini ha già nettamente vinto, comunque vada, sui predecessori, non soltanto sull’ultimo…



Foto: VivoAzzurro