Armero confessa: “Sono sonnambulo e ho rischiato di morire. L’arresto e la storia dell’alcol test…”

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Pablo Armero, ex laterale di Udinese, Milan e Napoli, ha parlato a Marca toccando diversi argomenti: “Il mio più grande idolo era Roberto Carlos e in Brasile mi hanno chiamato il Roberto Carlos nero. Per me è stato un privilegio. Sono stato fortunato a giocare nel campionato brasiliano e questo mi ha aperto le porte del calcio europeo. Fortunatamente all’Udinese ho avuto la fortuna di aver avuto un’ottima stagione. Sono stato in grado di adattarmi rapidamente e questo mi ha permesso di condividere il campo con i grandi giocatori di Serie A di quel tempo. Sono un sonnambulo. Ho dei sogni molto reali. Una volta mi sono alzato e ho visto una persona entrare dalla finestra. Ho sentito quella persona entrare e prendere il portafoglio di Camilo Zuniga, quindi ho iniziato a urlare. Mentre sono uscito, ho visto che la persona stava per saltare dal balcone e sono andato dietro di lui. Se non fosse stato per il fatto che dormo nudo e che era inverno, mi sarei ammazzato. L’arresto per presunta violenza in famiglia negli USA? Grazie a Dio, la mia famiglia e tutte le persone che mi conoscono sanno che tipo di persona io sia. Tutto alla fine è tornato alla normalità, perché tutto quello che è stato detto su di me non corrispondeva a realtà. Ma questa è la vita, bisogna pensare positivo. Sono un uomo di fede e tutti sanno che non sono come mi hanno provato a dipingere. La storia dell’alcol test? Non capisco perché dovessero registrarmi visto che era un normale controllo. E l’uomo mi ha parlato provocandomi. Gli ho detto di farmi il test e non me l’hanno fatto, poi però hanno detto che me ne sono andato. Perché farlo in questo modo, un poliziotto ha tutto il diritto di fermarmi e farmi un controllo, non c’è nulla di scandaloso. Dico solo che non ci sarebbero dovute essere così tante persone a registrarmi. Quando mi fermarono sulla strada per Pance, quella era una strada a senso unico, così gli dissi di fare il test più tardi, alla stazione di polizia. Non l’ho ignorato, l’ho fatto solo per evitare incidenti. Non mi sono schiantato e non ho investito nessuno, quindi non capisco perché abbiano dovuto registrarmi. Sono sempre stato disposto a collaborare, ma ho visto l’intenzione che il test venisse pubblicato in video ed essere così visto ovunque, e questo non mi ha dato fiducia”.



Foto: El Universal