La luce di Fernandinho

 



Nello Shakhtar Donetsk dei brasiliani, che tanto bene sta facendo in Champions League, ce n’è uno che ha preso in mano le redini del centrocampo e dal quale passano praticamente tutte le giocate. Fernando Luiz Rosa, meglio noto come Fernandinho, è una delle pagine felici del libro di Lucescu. L’ex Inter, dal 2004 sulla panchina ucraina, ogni anno sforna campioni che fanno sempre la differenze e Fernandinho è uno di questi.

Classe 1985, inizia la sua avventura nel mondo del calcio nell’ Atletico Paranaense ed esordisce in prima squadra a soltanto 17 anni. Le sue innate capacità di impostare il gioco, catturano subito l’attenzione del suo allenatore che gli cuce addosso una maglia da titolare. Il brasiliano ripaga questa fiducia con un bottino che parla di 14 reti in poco più di 70 presenze.



Gli osservatori dello Shakhtar, intuiscono che si trovano davanti ad un giocatore dal futuro assicurato e lo portano in Ucraina, sono l’oculata guida di Lucescu. Non è un giocatore che sfonda le reti. A quelle preferisce impostare geometrie che i suoi compagni spesso sfruttano nel migliore dei modi. Il suo anno più prolifico per ora resta il 2007 quando in campionato timbrò il cartellino undici volte. Il suo modo di stare in campo ha attirato l’attenzione anche del nostro campionato. Non a caso il Napoli su di lui ha fatto più di un pensierino, ma non è mai riuscito a farlo sbarcare all’ombra del Vesuvio.

Nel suo personale palmares può vantare anche una medaglia d’oro ai Mondiali under 20 dove siglò il gol vittoria nella finale vinta contro la Spagna.