IL TALENTO DI MATTIA ARAMU PER FAR VOLARE IL LIVORNO

Lunedì 21 settembre. Stadio Liberati di Terni. Va di scena Ternana-Livorno, anticipo della 4^giornata del campionato di serie B. I padroni di casa, reduci da un inizio di stagione alquanto difficile, vuole fare bella figura contro la capolista, tant’è che dopo mezz’ora si portano avanti di due gol. Di fronte, però, c’è una vera e propria corazzata, una di quelle squadre candidate a vincere il torneo. Dopo pochi minuti dal doppio vantaggio, inizia la lenta ma inesorabile rimonta, che si concluderà poi vincente per i toscani. Al 39°minuto di gioco, sotto di due reti, un giovanissimo centrocampista dà il la ad uno spartito che si rivelerà suadente.



Stiamo parlando di Mattia Aramu, nato a Ciriè (comune della provincia torinese) nel 1995. E’ lui che apre le danze alla serata (quasi) perfetta della banda guidata da Christian Panucci. Quella di Aramu è la storia di tanti giovani talenti che sfruttano la platea del campionato cadetto per mettere in mostra le loro qualità e sperare in un futuro da protagonisti.

Gli esempi del passato sono tantissimi: da Verratti, passando per Immobile, fino ad arrivare ai vari Zaza, Berardi o Dybala. Ed oggi, il Livorno ha trovato il suo gioiello grezzo da svezzare e crescere con calma. La stoffa c’è, va solo limata e migliorata giorno dopo giorno, partita dopo partita.



Le qualità di Aramu sono sbocciate già in tenerissima età, allorquando il Torino – per mano dell’allora responsabile del settore giovanile granata, Silvano Benedetti – lo notò tra i Pulcini del Leini e lo strappò con un’abile mossa alla concorrenza della Juventus.

Il percorso di Aramu nelle giovanili del Toro è soltanto all’inizio. E il valore, a poco a poco, esce fuori. Nel 2007 conquista il premio di miglior giocatore nella decima edizione del Torneo “Vincenzo Fazzino”. Poi, un anno più tardi, si consacra definitivamente nelle categorie giovanili, realizzando 75 reti tra campionato e vari tornei e esordendo, sotto età, nella squadra dei Giovanissimi Nazionali. In questa rappresentativa diventa subito uno dei punti di forza: i suoi 13 gol e gli innumerevoli assist aiutano la squadra a vincere il girone A della categoria.



Nella stagione 2011/2012, Aramu entra a far parte della squadra Primavera, ed anche qui riesce a mettere in mostra le sua indubbie qualità e a diventarne in poco tempo uno dei perni. In 19 presenze, il giovane Mattia mette a segno 7 reti, che contribuiscono alla qualificazione ai quarti di finale del campionato (persi per mano della Lazio, poi vincitrice di quell’edizione).

Moreno Longo, allenatore della Primavera granata, gli affida le chiavi della squadra: nel 2013/2014 Aramu realizza 20 gol e trascina i suoi fino alla finale, dove il Torino cadrà ai rigori per mano del Chievo. La crescita del giovane Mattia non può passare inosservata per Ventura (che di giovani se ne intende eccome), che lo chiama spesso ad allenarsi con la prima squadra, senza mai farlo scendere in campo. La soluzione, per farlo esplodere definitivamente nel calcio che conta, è spedirlo in prestito.

La scelta ricadrà sul Trapani, scelta quantomai azzeccata: Aramu totalizza due reti in 24 presenze con la maglia dei siciliani, il tecnico Boscaglia lo pone al centro del progetto affidandogli le chiavi del centrocampo. Anche Cosmi (un anno dopo) non può fare a meno di dare ampio spazio a questo classico trequartista dal dribbling esagerato e dalle ottime capacità di inserimento offensivo. La sua duttilità gli permette di poter coprire tutti i ruoli nel reparto avanzato: seconda punta, esterno d’attacco, trequartista. Quest’anno, un nuovo prestito, in quel Livorno che – come detto all’inizio – punta alla promozione in serie A.

E chissà se, a partire dalla prossima stagione, anche Aramu può finalmente giocare nella massima serie. Ventura lo osserva, il Torino lo aspetta a braccia aperte. 

 

Foto: Twitter Mattia Aramu