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Da Zamuner a Minotti, lo strano destino dei direttori di Lega Pro

23.11.2016 | 00:25

Certo che è strano, molto strano. Alla vigilia di Padova-Reggiana, storia di diverse settimane fa, il dg e responsabile dell’area tecnica del club veneto Giorgio Zamuner si era messo alla ricerca di un nuovo allenatore. Non avendolo trovato, malgrado qualche incontro, aveva poi deciso (più che altro fu costretto) a confermare Oscar Brevi in panchina. Lo stesso che sbancando Parma ha in pratica sentenziato l’esonero di Apolloni. Della serie: allora, caro Padova, il problema non era l’allenatore? E come mai aveva deciso di mandarlo via convocando summit con altri tecnici? Noi pensiamo che, soprattutto in Lega Pro, ci voglia il massimo della precisione. Prendiamo Lorenzo Minotti, una bandiera per il Parma ma non troppo competitivo come responsabile dell’area tecnica. Mai siamo riusciti a capire cosa ci facesse come seconda voce in telecronaca e come opinionista il sabato o la domenica: lui a commentare la serie A mentre il suo Parma stava giocando. Era una cosa lecita, chi glielo ha permesso? Sarebbe come se Ausilio, Giuntoli e Paratici facessero gli opinionisti mentre contemporaneamente stanno giocando Inter, Napoli e Juve. Impossibile. Diamo un po’ di ordine a tutto, poi non lamentiamoci se le cose vanno a rotoli. Se sono il direttore dell’area tecnica del Parma, giusto che faccia il direttore dell’area tecnica del Parma. Al massimo qualche ospitata, non l’opinionista. Ecco perché spesso la Lega Pro diventa un minestrone incomprensibile e indigesto per chi è costretto ad accettare determinate cose.