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Il West Bromwich ultimo in Premier può pagare ingaggi da 6 milioni, ecco perché la Serie A sui diritti tv…

05.02.2018 | 23:15

Nella giornata della querelle sui diritti tv che la Lega ha deciso di assegnare agli spagnoli di MediaPro, alla luce dell’offerta da 1 miliardo, 50 milioni e 1000 euro a stagione per il triennio 2018-2021 (nel precidente periodo Sky e Mediaset insieme si erano fermate a 946 milioni), con allegata protesta dei competitor, giova spendere una riflessione collegata ad un’indiscrezione circolata nei giorni scorsi in Inghilterra. “West Bromwich, pronto un super rinnovo per Jonny Evans”, questa la notizia sganciata dai tabloid e ripresa in Italia da diverse fonti. Ebbene, Jonny Evans è un difensore nord-irlandese che circa un mese fa ha compiuto 30 anni, ex Manchester United, pilastro della sua Nazionale. Un buon centrale, non un fenomeno, che a gennaio è stato corteggiato da Manchester City e Arsenal. E adesso il suo club, appunto il West Bromwich Albion, attualmente ultimo in classifica in Premier League a meno 4 dalla zona salvezza, vuole blindarlo anche alla luce del contratto in scadenza nel 2019. Sapete quanto offre al suo capitano? Le fonti inglesi, non smentite, parlano di un accordo da 100.000 sterline a settimana. Rapportando l’importo su base annuale e convertendolo in euro, arriviamo alla soglia dei 6 milioni a stagione. Avete capito bene ed è quasi superfluo sottolineare che un club medio-piccolo di Serie A una cifra del genere, per un singolo giocatore, neanche può sognarla.

Più che altro in Italia soltanto 5 calciatori, in base agli ultimi report (bonus esclusi), toccano o sfondano questa soglia: Douglas Costa e Donnarumma (6 milioni), Dybala (7), Bonucci e Higuain (7,5). Il resto della compagnia, da Icardi, Dzeko e Nainggolan a Mertens e Insigne, abbondantemente staccato.  Dunque solo Juventus e Milan possono “osare” quanto il modesto WBA. Mentre in terra d’Albione adesso il più pagato è Alexis Sanchez, al quale il Manchester United corrisponderà circa 21 milioni l’anno. Andiamo oltre: con i 6 milioni netti che i Baggies possono proporre a Evans (e che già corrispondono a Krychowiak, in prestito dal Psg), il Crotone copre il monte ingaggi dell’intero organico, che stando all’ultima rilevazione è pari appunto a 12 milioni lordi. Il club calabrese la scorsa stagione, dalla ripartizione dei proventi dei diritti tv, ha percepito poco meno di 25 milioni. Cifra che nel prossimo triennio – considerata anche la Riforma Lotti – dovrebbe lievitare. L’anno scorso, dato ufficiale, il West Bromwich piazzandosi decimo ha invece ricavato dalle tv ben 128 milioni di euro, mentre il Sunderland – retrocesso da ultimo in classifica – circa 105 milioni…praticamente quanto la Juventus, reduce da 6 scudetti di fila e squadra con il maggior bacino di utenza, uno dei parametri costantemente utilizzati ai fini della ripartizione. Il Chelsea campione, dal suo canto, ha ricevuto 170 milioni. Numeri che aiutano a comprendere il gap generale esistente con il massimo campionato inglese, a maggior ragione se si confrontano i dati delle cosiddette “piccole” e fermo restando che le società di calcio, alla corte di Sua Maestà, hanno anche un’altra base di introiti, quella garantita dagli stadi di proprietà. Per concludere, il prodotto calcio italiano sta guadagnando appeal: se la negoziazione attuale andasse in porto (l’ultima parola spetterà all’Antitrust), la Serie A in totale incasserebbe per il prossimo triennio oltre 1,4 miliardi di euro a stagione dalle tv, inclusi i 371 milioni per i diritti internazionali già assegnati a IMG (finora erano circa 190). E ancora vanno “vendute” Coppa Italia e Supercoppa. Nel complesso si parla di oltre 270 milioni in più, un bel balzo in avanti che ci proietterebbe al terzo posto in Europa, scavalcando la Bundesliga, mentre la Liga è attestata su 1,6 miliardi. Ma la distanza con la Premier, che vola verso i 3 miliardi di euro a stagione (2,7 l’annata passata), resta decisamente ampia.

Jody Colletti

Foto: sito ufficiale West Bromwich