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THIAGO ALCANTARA, IL CENTROCAMPISTA TOTALE CRESCIUTO A PANE E TIKI-TAKA

16.02.2017 | 10:15

Nell’andata degli ottavi di finale di Champions League, il Bayern Monaco di Carlo Ancelotti asfalta l’Arsenal di Arsene Wenger. Partita senza storia a Monaco di Baviera, con i padroni di casa che travolgono i londinesi con un perentorio 5-1 grazie ai gol di Robben, Sánchez, Muller, Lewandowski e la doppietta di Thiago Alcántara. E proprio quest’ultimo è stato l’assoluto protagonista del match dell’Allianz Arena, autore di una prestazione eccelsa, fatta di colpi di classe e tocchi da campione, condita dai due importantissimi gol che di fatto blindano la qualificazione dei bavaresi al turno successivo della competizione europea.

Il nostro personaggio del giorno, ha alle spalle una storia piuttosto incredibile. Thiago Alcántara do Nascimento, meglio noto come Thiago Alcántara, nasce l’11 aprile 1991 a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, nell’ospedale della cittadina dove lavorava il dott. Giuseppe Palaia, medico sociale del Lecce, società nella quale giocava il padre di Thiago, l’ex nazionale brasiliano Mazinho. Quest’ultimo ha militato in Serie A, oltre che nel Lecce, anche nella Fiorentina all’inizio degli anni novanta. I suoi genitori, entrambi brasiliani, possiedono il passaporto spagnolo, nazionalità che sceglierà più avanti il centrocampista classe 1991. A soli tre anni si trasferisce a Valencia con la famiglia e due anni dopo a Vigo, città che ritiene la sua vera realtà d’appartenenza. Vigo l’ha adottato e lì si è sentito a casa: ecco la scelta di sposare i colori spagnoli e non quelli brasiliani. Sangue brasiliano e nascita italiana ma scelta inequivocabilmente spagnola: Thiago Alcantara si forma in tutto e per tutto nella gloriosa cantera del Barcellona, dove approda nel 2005, crescendo a pane e tiki-taka. Testa tipica di un giocatore spagnolo, movimenti cristallini, geometrie purissime. Thiago Alcantara, entra ed esce dal traffico in mezzo al campo con il passo del predestinato. Nelle giovanili blaugrana il giovane spagnolo mette in campo tutta la sua classe, scalando gerarchie con il passare del tempo. Fino ad arrivare all’esordio con la prima squadra, in Liga, il 17 maggio 2009. Per vedere il suo primo gol bisogna aspettare il febbraio 2010, in occasione del match contro il Racing Santander. In Spagna indicano da subito il ragazzo come l’erede naturale di Xavi, architetto dei trionfi del Barcellona e della vittoria del Mondiale delle Furie Rosse in Sudafrica. Un talento sul quale mettono gli occhi addosso tutti i top club europei, tra cui Manchester United, Chelsea e Bayern Manaco. Compresa la Roma di quel Luis Enrique che di Alcantara è stato il mentore ai tempi del Barcellona B.

Nelle stagione 2011-2012, la bacheca di Thiago si arrichisce di due trofei: prima la Supercoppa di Spagna e poi la Supercoppa UEFA. Qualche mese più tardi, il 18 dicembre, vince anche il Mondiale per Club contro il Santos, nella finale conclusasi 4-0. E’ la stagione della sua definitiva esplosione. Anche perché il 10 agosto 2011 riceve la prima convocazione con la Nazionale maggiore, in occasione dell’amichevole di Bari – segno del destino – contro l’Italia, partita in cui fa il suo esordio in nazionale. Il 14 luglio 2013 il Bayern Monaco rompe gli indugi e strappa Thiago Alcantara dalla corte del Barcellona. Scelta dettata dalla volontà di Pep Guardiola, nuovo allenatore dei bavaresi, che vede in Thiago un vero e proprio pupillo, il suo prototipo ideale di centrocampista totale moderno. Costretto a saltare la prima parte della stagione a causa di un infortunio che lo tiene fermo due mesi, alla prima annata in terra tedesca, Thiago si aggiudica con la squadra bavarese tre titoli, la Coppa del mondo per club, la Bundesliga e la Coppa di Germania. Nelle due stagioni successive seguiranno numerosi trofei, tra cui altri due campionati tedeschi. Come ai tempi del Barcellona, anche al Bayern, Guardiola lo impiega in tutti i ruoli del centrocampo, e Thiago diventa l’uomo chiave nella costruzione del gioco del club bavarese. Senza dimenticare l’efficacia in zona gol, soprattutto grazie alle sue abilità nei calci da fermo e negli inserimenti senza palla a fari spenti. In quattro anni e mezzo, il centrocampista spagnolo realizza 18 gol in 129 presenze con la maglia del Bayern. Ultime, in ordino cronologico, proprio le due reti messe a segno nell’ottavo di Champions League contro l’Arsenal, che assicurano un ottimo margine di vantaggio in vista del ritorno londinese.

Con il passare degli anni, Thiago Alcantara si è dimostrato un giocatore dal talento innato, capace di estrarre dal cilindro la giocata decisiva in qualsiasi contesto. Nonostante i tanti infortuni che ne hanno rallentato la carriera, il centrocampista spagnolo è senza dubbio una delle armi più letali su cui può contare il Bayern Monaco di Carlo Ancelotti, che viaggia spedito verso il quinto titolo nazionale consecutivo. E con un occhio di riguardo verso la Champions, grande obiettivo stagionale della corazzata bavarese. Nel frattempo il club tedesco si gode le prestazioni di Thiago Alcantara e la sua doppietta contro l’Arsenal, reti decisive che di fatto blindano il passaggio del Bayern ai quarti di finale della competizione europea. Il talento spagnolo, di sangue brasiliano ma nato in Italia, però, non vuole fermarsi qui, ma continuare a stupire. E a Barcellona, molto probabilmente, qualcuno si starà ancora mordendo le mani per averlo lasciato partire troppo facilmente.

Foto: bolaokezone.com