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TECNICA E VERSATILITÀ AL SERVIZIO DEL CHIEVO: BASTIEN, LA GIOIA DELLA PRIMA VOLTA

03.05.2017 | 09:25

Il primo gol in Serie A non si scorda mai, vale per tutti, italiani e stranieri. Domenica scorsa è toccato a Samuel Bastien, il centrocampista universale che il Chievo, lo scorso 25 agosto, ha prelevato a titolo definitivo dall’Anderlecht. Un’operazione low cost e intelligente quella conclusa dall’ormai ex ds Luca Nember, per Sam l’occasione di misurarsi nel massimo campionato dopo aver fatto bene ad Avellino la scorsa annata, in quella che di fatto fu la sua prima stagione da professionista. Bastien e l’Italia, una storia che parte dall’edizione 2014 del Torneo di Viareggio, quando il ragazzo, all’epoca 17enne, si era messo in mostra con i biancomalva, arresisi soltanto in finale – ai supplementari – al cospetto del Milan allenato da Pippo Inzaghi. Una finale che il nostro protagonista quotidiano ricorderà sempre con un pizzico di amarezza, alla luce dell’espulsione per doppia ammonizione (arbitro Orsato) arrivata nella seconda parte della ripresa, sul parziale di 1-1 e con i rossoneri che, poco prima, erano rimasti a loro volta in 10 uomini.

L’Avellino memorizzò e un anno dopo, dopo gli ulteriori riscontri arrivati dalla Youth League, decise di affondare il colpo, bruciando la concorrenza di club blasonati del calibro di Liverpool, Siviglia e Benfica. Una scelta umile e oculata, quella di Bastien, bravo a preferire il nostro calcio – più formativo tatticamente anche in cadetteria – ai prevedibili prestiti nelle serie minori (o parcheggi nelle squadre B) che gli avrebbero riservato le predette società estere. Quelle 31 presenze (21 da titolare) accumulate in Irpinia gli sono servite per sintonizzarsi sulle frequenze italiane, con l’ebbrezza aggiuntiva determinate dalle 2 reti siglate contro Brescia e Cesena. Il grande salto l’ha pagato, come nelle previsioni, in termini di presenze. Rolando Maran, uno che quando trova l’amalgama è poco incline – comprensibilmente, se vogliamo – ai cambiamenti, sin qui gli ha concesso appena 8 apparizioni (quattro dal 1’), per un totale di 449 minuti, esclusi quelli di recupero. Una gestione ragionata, anche per evitare di mettere troppe pressioni al ventenne talento belga, nel giro dell’Under 21 dei Rode Duivels guidata dall’ex Udinese Johan Walem.

Nato a Meux il 26 settembre del 1996, Samuel inizia ad accostarsi al mondo del calcio sgambettando per la squadra della sua città, per poi trasferirsi nel vivaio del Namur (all’età di 10 anni) e approdare tre anni dopo nel settore giovanile dello Standard Liegi. Nel 2012, infine, il passaggio all’Anderlecht per ultimare la formazione, fino al debutto in prima squadra arrivato il 6 dicembre del 2014 in occasione della sfortunata trasferta di Mouscron. Il blasonato club di Bruxelles, al tirar delle somme, non ha puntato su di lui. E sorvoliamo sul fatto che qualcuno aveva parlato di lui dicendo che in patria lo consideravano “il nuovo Tielemans”, quando Tielemans è di un anno più giovane e, soprattutto, già da quando aveva 16 anni è titolare nell’Anderlecht. Simili fisicamente (entrambi alti 177 cm, Bastien pesa 3 kg in più rispetto ai 72 di Youri), ambedue possono ricoprire vari ruoli a centrocampo, ma Samuel, che implicitamente al momento sembra un po’ meno dotato tecnicamente, predilige disimpegnarsi sulla trequarti. Da lì è partito, domenica a Marassi, per andare a raccogliere il calibrato cross di Castro: stacco aereo e Lamanna battuto, ci avrebbe pensato poi l’ex Birsa a completare la rimonta che ha portato in dote al Chievo la salvezza aritmetica a quattro giornate dalla fine. “La partita l’abbiamo affrontata stando uniti, come sempre, e alla fine l’abbiamo vinta. Per me era importante spingere la squadra alla vittoria, ma sono naturalmente felicissimo per la prima rete in Serie A, che dedico alla mia famiglia, agli amici ed a Meggiorini (da poco lesionatosi il crociato, ndr). Il mio futuro? Sono ancora all’inizio della mia carriera, ma spero di poter crescere qui al Chievo”. Queste le dichiarazioni rese nel dopo partita del Ferraris dal centrocampista con le treccine, un prospetto da monitorare con attenzione in vista della prossima stagione, quando il minutaggio dovrebbe iniziare ad aumentare in maniera considerevole. La carta d’identità è dalla parte di Bastien, pepita clivense che aveva l’Italia nel destino: nella tranquillità di Veronello, Samuel può trovare l’habitat ideale per crescere, in maniera esponenziale.