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Suso, l’analisi di un’involuzione che sa di paradosso

20.04.2018 | 00:20

“Con Montella mancava un po’ di intensità negli allenamenti, Gattuso ci trasmette tutto ciò di cui abbiamo bisogno”. “Montella? Lo ringrazierò per sempre, ma c’era bisogno di cambiare. Gattuso infonde passione”. Entrambi i virgolettati sono da attribuire a Jesús Joaquín Fernández Sáez de la Torre, per tutti Suso. Il primo risale all’11 dicembre del 2017, all’alba della nuova gestione, il secondo al 4 marzo del 2018. Parole chiarissime, con allegato doveroso ringraziamento all’Aeroplanino – oggi al Siviglia – che lo rilanciò nell’anno e mezzo in rossonero. Peccato però che le parole non siano state suffragate dai fatti. Archiviati gli ottimi numeri della scorsa stagione (7 gol e 11 assist complessivi), anche nei primi tre mesi di quella che volge al termine – ancora con Montella al timone – Suso per il Milan ha rappresentato un valore aggiunto: ben 6 reti (5 in A) e 6 assist a referto, a corredo di prestazioni da urlo, un’iradiddio sulla fascia destra con il classico movimento a rientrare sul mancino. Nei quattro mesi targati Gattuso, invece, malgrado sia stato adottato il modulo più congeniale alle sue caratteristiche, il 4-3-3, sono stati appena 2 i gol siglati dall’ex Liverpool, perla contro l’Udinese e acuto in Coppa Italia contro il Verona, sempre 6 invece i passaggi vincenti serviti ai compagni, anche se in un arco temporale più ampio.

Anche al di là dei freddi numeri, si può affermare, senza timore di smentite, come il Suso del nuovo corso sia stato sin qui al massimo un lontano parente di quello che aveva incantato le platee in precedenza. A lui in primis il Milan chiedeva la qualità negli ultimi 30 metri, in sede di ultimo passaggio o per concludere direttamente l’azione, ma il ventiquattrenne di Cadice, anche nel momento clou dei rossoneri (quello delle 8 vittorie in 9 partite di campionato), non ha reso secondo le attese. Un paradosso, dato che Ringhio ha rivalutato quasi totalmente il magazzino Milan, rivitalizzando elementi che con il suo predecessore faticavano non poco. Inoltre, il quadro in questa seconda parte dell’annata è stato offuscato da alcune dichiarazioni del diretto interessato relative al suo futuro: quel “vedremo se a fine stagione qualcuno pagherà la clausola” non è stato certo il massimo, tutt’altro, considerato l’adeguamento (con allegato rinnovo fino al 2022) riconosciutogli a fine settembre dopo l’ingresso nella scuderia Lucci

Jody Colletti

Foto: sito ufficiale Milan