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SOTTO IL SEGNO DI “ZORRO” FONSECA: GAVETTA, CALCIO OFFENSIVO E UN CURRICULUM DA PREDESTINATO

11.06.2019 | 12:55

Paulo Fonseca è il nuovo allenatore della Roma. Dopo quanto anticipato in esclusiva da Sportitalia, in mattinata è arrivata anche l’ufficialità. L’allenatore 46enne, reduce da una positiva esperienza triennale sulla panchina dello Shakhtar Donetsk, ha firmato un contratto che lo legherà alla società giallorossa per i prossimi due anni, con un’opzione di rinnovo per il terzo. Andiamo a scoprire qualcosa in più su di lui.

Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca è nato il 5 marzo 1973 a Nampula, in Mozambico, ex colonia portoghese diventata indipendente due anni dopo la nascita del tecnico, dal 1975. Resta in Africa fino all’età di 14 anni, poi si trasferisce a Barreiro, comune di 80mila abitanti situato nel distretto di Setubal, non lontano da Lisbona. La sua carriera da calciatore inizia nel 1991 proprio con la Barreirense, dove colleziona 91 presenze e 6 gol in 4 stagioni giocando da difensore centrale. Passa al Porto nella stagione successiva, ma non esordisce mai con i Dragoes e prosegue la sua esperienza in prestito al Leça, al Belenses, al Maritimo e al Vitoria Guimaraes. La sua avventura da calciatore termina nel 2005 dopo 5 anni con l’Estrela de Amadora e più di 100 presenze nella massima divisione lusitana. Proprio all‘Estrela de Amadora Paulo Fonseca inizia la sua avventura da allenatore, guidando le giovanili del club dal 2005 al 2007. Fino al 2012 il tecnico prosegue la sua gavetta allenando diverse squadre nei campionati minori portoghesi. In questi anni si toglie le sue prime soddisfazioni da tecnico: nel 2009 e nel 2010 porta il Pinhalnovense, squadra di terza divisione, ai quarti di finale della Coppa di Portogallo per ben due volte di fila. Con il Desportivo Aves, conquista la promozione in seconda divisione e di nuovo i quarti di finale della coppa nazionale. Nel maggio del 2012 arriva la chiamata nella Primeira Liga: Fonseca diventa il tecnico del Pacos de Ferreira terminando il campionato al terzo posto e ottenendo una storica qualificazione ai playoff di Champions League. Dopo un’esperienza non positiva al Porto (“Non avevo i giocatori adatti al mio gioco”, dirà più avanti), club con il quale conquista comunque una Supercoppa di lega, Fonseca torna al Pacosa Ferreira e dopo una stagione approda al Braga, con cui vince la Coppa di Portogallo nel 2016 battendo proprio il Porto ai calci di rigore.

L’ottimo rendimento della squadra in Europa League segnò un nuovo punto di svolta nella carriera del tecnico: lo Shakhtar Donetsk si innamorò di lui e nell’estate 2016 scelse di renderlo il successore di Mircea Lucescu, compito sulla carta complicato. Mai scelta fu più azzeccata: Fonseca ha passato tre stagioni sulla panchina del club ucraino, vincendo in tutti e tre i casi campionato e coppa di Ucraina, oltre che una Supercoppa di lega nel 2017. Lo Shakhtar che Fonseca ha portato in giro per l’Europa con profitto negli ultimi anni è una squadra che incarna il suo pensiero di calcio. Gioco offensivo, il 4-2-3-1 come modulo base, l’ispirazione a Guardiola e il tentativo di costruire sempre qualcosa di propositivo. Fonseca ha infatti nel suo curriculum la fama di allenatore offensivo, capace di lavorare con giovani e di plasmare talenti, oltre che di raccogliere trofei e successi dove si creano le opportunità. Un dettaglio non di secondo piano in un club come la Roma che deve ripartire quasi da zero dopo la mancata qualificazione alla Champions. Ma Paulo Fonseca può contare anche su una grande dose di personalità riconosciuta sia nello spogliatoio che nel rapporto con i media: è celebre la sua comparsa travestito da Zorro dopo aver battuto il Manchester City nel dicembre 2017 in Champions League, guadagnando l’accesso agli ottavi di finale e tenendo fuori il Napoli. Insomma, il profilo giusto che cerca una Roma dilaniata dall’ultima stagione e con un progetto che deve ripartire dal basso per arrivare in fretta nell’elite del calcio italiano ed europeo.

 

Foto: Twitter ufficiale Roma