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Simoni, una carriera infinita: tanti trionfi, tutte le tappe

22.05.2020 | 19:50

Il mondo del calcio piange la scomparsa di Gigi Simoni, il tecnico gentiluomo dall’infinita carriera. Simoni nasce a Crevalcore, a pochi passi da Bologna, il 22 gennaio del 1939. La sua passione per il calcio è sconfinata e, dopo essere cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina, gioca per Mantova, Napoli in prestito, ancora Mantova, Torino, Juventus, Brescia e Genoa. Appesi gli scarpini al chiodo, dopo aver conquistato una Coppa Italia col Napoli e un campionato di Serie B con il Genoa, Gigi inizia il glorioso e invidiabile percorso da allenatore. In panchina mette non solo la sua immensa passione, manche la sua sconfinata eleganza e una signorilità a dir poco rara. La sua prima avventura, nel 1975, è al Genoa, con cui ottiene la promozione in Serie A e una salvezza. Dopo la retrocessione, passa al Brescia conquistando la massima serie. Nel 1980, torna alla guida del Grifone ottenendo ancora la A. Poi toccherà al Pisa. Il suo ottimo lavoro lo porta alla Lazio e poi nuovamente al Pisa, ancora al Genoa, Empoli e Cosenza. Nel 1990 riparte dalla Serie C1 con la Carrarese: il primo anno non riesce a evitare la retrocessione, nella stagione seguente vince il campionato. Nel 1992 approda alla Cremonese, con la quale ottiene una promozione, due salvezze e una retrocessione nel 1995-1996. Da ricordare, però, la storica impresa compiuta nel 1993 con la conquista del Torneo Anglo-italiano, 3-1 a Wembley, in finale contro il Derby County. Nel 1996 riceve la chiamata del Napoli. Con gli azzurri, non va oltre il secondo posto alle spalle della Juventus e, il 22 aprile 1997, il presidente Corrado Ferlaino lo esonera nonostante la qualificazione in finale di Coppa Italia. Durante l’estate si lega all’Inter di Massimo Moratti e, trascinato dai gol del nuovo acquisto Ronaldo il Fenomeno, i nerazzurri si giocano lo scudetto con la Juve, vinto poi dai bianconeri e deciso dallo scontro diretto ricco di polemiche. In quell’occasione, Simoni viene espulso per essere entrato nel terreno di gioco per protestare con l’arbitro Ceccarini dopo che quest’ultimo non aveva fischiato un calcio di rigore a causa del celebre contatto in area tra Iuliano e Ronaldo. Simoni, tuttavia, chiude la stagione conquistando la Coppa UEFA contro la Lazio e la prestigiosa Panchina d’Oro. Nel torneo seguente, dopo un rendimento non esaltante, arriva l’esonero. Il 1º giugno 1999 firma con il Piacenza, ma a gennaio la sua panchina salta. Poi riceve la chiamata del Torino, stavolta in Serie B, ma il 31 ottobre viene sostituito da Giancarlo Camolese. Il 10 dicembre 2001 vola in Bulgaria e si accorda con il CSKA Sofia ottenendo il terzo posto e perdendo la finale della Coppa di Bulgaria, 3-1 contro il Levski Sofia. Il 31 maggio 2002 si dimette e successivamente accetta l’offerta dell’Ancona, con cui ottiene un quarto posto in B e l’ennesima promozione in Serie A, diventando un assoluto recordman con ben 7 tornei cadetti vinti. Simoni saluta a giugno e il 10 novembre ritorna al Napoli al posto dell’esonerato Andrea Agostinelli. Con i partenopei arriva tredicesimo in B con 36 punti ottenendo la salvezza, poi revocata per il fallimento della società con conseguente retrocessione in Serie C1. Nella stagione seguente allena il Siena in Serie A, ma a gennaio avviene il divorzio. Nel 2005 allena la Lucchese in Serie C 1 e chiude al settimo posto. Dal 2006 in poi ricoprirà il ruolo di direttore tecnico prima alla Lucchese, poi al Gubbio (allenando la formazione umbra per un breve periodo dopo l’esonero di Fabio Pecchia) e alla Cremonese fino al 2014. Un grande allenatore e una persona d’altri tempi con una carriera infinita, semplicemente Gigi Simoni.

Foto: Lazio Twitter