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SE FOSSI COMMISSO

08.10.2021 | 23:15

Rocco Commisso ha gettato la spugna. Dopo aver offerto la luna e dintorni a Dusan Vlahovic per il rinnovo (fino a cinque milioni a stagione), ha voluto comunicare al mondo viola e non solo che non ci sono più i margini per la firma. Si era già esposto qualche giorno prima quando aveva detto che si stava spazientendo e che quel ritardo sulla risposta non era ammissibile per l’importanza dell’offerta. Gli sembrava una mancanza di rispetto, il patron viola non aveva utilizzato quella parola ma eravamo lì. Commisso aveva aggiunto che la proposta fatta non era lontanamente paragonabile, pur con le dovute proporzioni temporali, a quanto aveva guadagnato Batistuta in maglia viola, e stiamo parlando dell’attaccante che resterà per sempre nel cuore della gente di Firenze. Potremmo aggiungere che Vlahovic, di sicuro un grande talento, prima di fare il 50 per cento di ciò che è riuscito a Batigol dovrà percorrere ancora moltissima strada. Ma questo è un altro discorso. Il problema è un altro e diventerà un grosso problema per la Viola dopo il naufragio della trattativa: Vlahovic non era tenuto ad accettare la proposta di Commisso, anche se fosse stata di 10 milioni a stagione, ognuno è libero di fare le scelte che ritiene e di prendere le strade ritenute migliori. Ma Dusan avrebbe dovuto avere la decenza di non giocare con i sentimenti della gente, annunciando che alla prima occasione avrebbe firmato il rinnovo e che il suo cuore era a Firenze. C’è un video, ma non solo quello, che lo inchioda. Sarebbe bastato restare in silenzio, avrebbe fatto una figura migliore. Adesso è un grande problema perché il contratto scade il 30 giugno 2023 e ogni mese che passa può essere letale. Ci sarebbe una soluzione: firmare domani, prendendo le distanze da chi sta giocando al rialzo esponendolo a brutte figure.
Lo farà? I dubbi sono enormi. Quindi logica vorrebbe di trovare una soluzione a gennaio, magari chiedendo più soldi per il cartellino rispetto a quanto potresti chiedere l’estate successiva, ricordiamo che il prossimo giugno saremmo a un solo anno dalla scadenza. Certo, c’è la logica che dal cartellino bisogna ricavare il più possibile, fermo restando che – per mille motivi – non sarà semplice gestire la vicenda fino alla riapertura del mercato.
Si giocherà sempre o quasi e l’aspetto psicologico della recente rottura (andrebbe chiamata in un altro modo) inciderà non poco.
Ma se fossi Commisso, e non lo sono per fortuna dei tifosi viola, me la giocherei in modo diverso: lo lascerei lì, fino alla scadenza del contratto, gli pagherei i 70 mila euro e dintorni mensili, gli farei capire come funziona in certi casi quando scherzi con le parole, con i sentimenti, e non sei capace di dire “inutile giocare al rialzo con me, tanto io ho già deciso di andare”. Se io fossi Commisso, farei così fino al 30 giugno 2023: allenamenti e panchina, ci vediamo il primo luglio, nel frattempo goditi Firenze come quei turisti ricchi che scoprono gli Uffizi e non hanno più voglia di tornare a casa. Poi sarai libero di pensare a cosa fare, con chi andare e quanto guadagnare: ma come ti sentiresti, caro Dusan, dopo 20 mesi spesi così, immerso nelle tue profonde e forzate riflessioni? Certo, io Fiorentina non ci guadagnerei un euro e perderei un capitale, di sicuro quest’aspetto andrebbe e andrà valutato. Ma 20 mesi così, tutti i giorni agli Uffizi e tanto tempo da spendere, sai che goduria…
Foto: Twitter Fiorentina