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SANTA CRUZ L’USATO SICURO

14.03.2013 | 09:25

 

La notte di Champions League offre lo spunto per ricordare una frase di Giuseppe Verdi: “torniamo all’antico e sarà un progresso“. Il calcio come la musica. Il tocco magico di Roque Santa Cruz come la melodia del grande compositore che prendeva spunto dal passato per creare le sue opere. Uno più uno. L’attaccante paraguaiano ha regalato al Malaga il pass per i quarti di finale tra la sorpresa generale, buttando fuori dalla massima competizione europea la gioielleria-Porto. Un colpo di testa vecchio stile. Perchè Roque è tutto meno che un attaccante moderno, di quelli che prendono la palla quasi a centrocampo e fanno girare la squadra. No, lui vive nell’area di rigore. In pochi metri ha costruito una carriera di altissimo profilo diventando il pilastro della Nazionale del Paraguay. Non a caso il suo soprannome è “El Puntero“. Usato sicuro? Esatto. Usato garantito? Sembra proprio che la risposta sia affermativa anche in questo caso. Ma non ditelo a Juve, Lazio e Inter con i loro Anelka, Saha e Rocchi. Santa Cruz negli ultimi anni è andato a cercare fortuna in giro per i maggiori campionati del Vecchio Continente, in particolare tra Spagna e in Inghilterra. Ma era arrivato giovanissimo al Bayern Monaco, poco più che maggiorenne, dopo tre stagioni nell’Olimpia di Asuncion. Il suo rendimento è tedesco, fatto col misurino. A prescindere dalle presenze in Bundesliga non riesce a superare quota 5 gol in campionato fino al 2004. Poi un calo, anche per colpa di un infortunio e di una concorrenza spietata in una delle squadre più forti a livello mondiale. Arriva così il tempo di fare le valigie nel 2007: volo solo andata direzione Inghilterra, il Blackburn lo vuole a tutti i costi. Scelta giustissima. Qui Santa Cruz vive la sua annata migliore con 19 gol in 37 presenze. Un bottino che ancora si ricordano da quelle parti. In seguito passa alla corte di Mancini al Manchester City.  Ma vede il campo con il binocolo, gli inglesi sono ancora proprietari del cartellino e lo spediscono sistematicamente in prestito. Prima di emigrare in Spagna ritorna all’antico, al Blackburn, però in 9 apparizioni non riesce a lasciare il segno. Si aprono le porte della Liga, gioca nel Betis Siviglia, stagione discreta, l’anno successivo si fa avanti (sempre in prestito) il Malaga. Tutto secondo la solita logica, poi quel gol di rapina che permette alla Spagna di portare tre squadre nella lotteria delle magnifiche otto in Champions League. L’antico fa ancora rima con progresso.