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ROCCHI, LE AUTOCELEBRAZIONI E LA POLVERE SOTTO IL TAPPETO

25.10.2021 | 23:30

Gianluca Rocchi parla da designatore vincente, come se fosse in carica da una vita e avesse collezionato successi a catena. Calma. Le autocelebrazioni mai ci sono piaciute, è come mettersi le medaglie al petto da soli, senza che qualcuno lo faccia. Abbiamo bisogno di gente che lavori, in silenzio, senza cantarsela e suonarsela in assenza di un contraddittorio: troppo semplice così. Le parole di Rocchi sono come quelle di chi si sente immune da colpe e poi “stravince” (purtroppo) regalando questo passaggio che è una perla: “Quando sbagliamo non ci nascondiamo”. Lui si riferiva agli aspetti tecnici ma Rocchi dovrebbe sapere che siamo (sono) reduci da un’estate assurda, la storia dei rimborsi spesi non è stata spiegata dai suoi capi. Anzi, Massa è stato subito premiato con un Roma-Napoli di grande spessore, la prossima volta magari lo proporranno per un Manchester City-Chelsea o per un Bayern-Dortmund. Trentalange, che Rocchi dovrebbe conoscere bene, ha avuto la possibilità per un’intera estate di spiegare, di dare una chiave di lettura, di colpevolizzare o di difendere. In ogni caso di parlare come avrebbe fatto qualsiasi responsabile all’interno di una situazione complicata (eufemismo) come quella che si è verificata. Trentalange se n’è guardato bene, adesso Rocchi celebra la giornata di ieri come se si fosse consumata chissà quale impresa internazionale. Ma quale? “I nostri arbitri crescono”, situazione tutta da verificare è molto opinabile, se non fosse che alle spalle c’è una vicenda brutta e che purtroppo cancella il resto fino a quando non sarà data mezza spiegazione. Noi siamo per la tutela di qualsiasi categoria, ma gli arbitri che cita lui hanno diverse lacune, vanno aspettati, devono crescere. E ce ne sono alcuni, giovani o meno giovani, assolutamente improponibili. La prossima volta Rocchi, da vero designatore, eviti di celebrare il settore che rappresenta, non si avverte il bisogno di allargarsi in tal senso. E chieda al suo capo a che punto siamo con le spiegazioni di un evento che sarà, per sempre, una delle pagine più nere della categoria. Anzi, forse la più nera perché chiama in causa la parola “credibilità”.
FOTO: Sito AIA