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Rebus o lapsus

19.11.2016 | 18:06

Sono ormai decenni che il giornalismo sportivo alimenta con enfasi crisi o presunte esaltazioni del nostro amato calcio, probabilmente nascondendosi dietro la parola cronaca, senza però contribuire favorevolmente ad una sana critica degli attori principali che ne fanno parte. E’ evidente che la gestione delle più grandi società italiane non sia semplice, ma è oltremodo affondata con azzardate valutazioni per la conduzione e lo sviluppo tecnico dell’area sportiva che le compongono. Si è parlato ripetutamente di riforma dei campionati, di rinnovo della classe dirigente e di ringiovanimento delle squadre, ma non è sufficientemente evidenziato il lavoro dei settori giovanili che, confacentemente alle proprie risorse, riescono comunque a formare numerosi ragazzi inserendoli gradualmente nelle serie maggiori. La nazionale di Ventura ha saggiamente interpretato questo credo, puntando più precocemente di quanto si pensasse su calciatori che stanno dimostrando una ritrovata professionalità, apparentemente accantonata da una buona parte delle recenti generazioni. Non a caso, finalmente, si notano maggiori convinzioni e più determinazione da parte di questi ragazzi, ma soprattutto una fierezza che il loro lavoro venga svolto con la massima concentrazione e applicazione. Ciò che non è chiaro, o sembra che lo sia fin troppo ad una parte del mondo giornalistico, è il reale valore che viene attribuito ad alcuni calciatori, oltre alle aspettative che alcune società possano e debbano avere su scala internazionale. Durante l’ultimo quinquennio i risultati delle squadre italiane sono stati mediocri e, eccezion fatta per la finale di Champions raggiunta dalla Juventus, non si è intravisto alcun miglioramento. Gli appuntamenti stagionali più importanti hanno evidenziato tutte le fragilità delle attuali rappresentanti italiane in Europa, dimostrando, ai tanti ammiratori che hanno tessuto avventate trame giornalistiche, tutto il contrario di tutto ciò che hanno ipotizzato. Non è semplice vincere per chiunque, ma lo è di più se si inizia a valutare correttamente l’effettivo valore delle persone, siano esse allenatori, calciatori o dirigenti. Occorre dare un senso ai giudizi senza credere fermamente nelle logiche dell’illusionismo sportivo. Il calcio stia al pubblico come i giornalisti alla critica; forse così maturerà una nuova generazione di campioni…veri.