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QUALITÀ, VISIONE DI GIOCO E METAMORFOSI TATTICA: MAX MEYER, L’ULTIMO GIOIELLO IN FUGA DALLO SCHALKE

31.03.2018 | 10:55

Meyer Schalke

Fuga a parametro zero: a Gelsenkirchen sta diventando una vera e propria sindrome: nell’estate del 2016 era toccato a Joel Matip, il difensore centrale camerunense volato al Liverpool; il 6 giugno del 2017 l’Arsenal di Wenger ha annunciato l’arrivo dell’esterno sinistro bosniaco Sead Kolasinac; e in questa stagione le cose sono addirittura peggiorate, dal momento che Leon Goretzka dal prossimo primo luglio vestirà la maglia del Bayern Monaco (sempre sul pezzo quando si tratta dei migliori prospetti tedeschi) e adesso – storia di questi giorni – sta per divenire realtà anche l’addio di Max Meyer, Il centrocampista cresciuto nel settore giovanile dello Schalke 04 che ha già fatto sapere di non avere intenzione di rinnovare il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno.

Una sentenza al riguardo le dichiarazioni del direttore sportivo Christian Heidel: “Purtroppo possiamo e dobbiamo aspettarci che Max possa lasciare il nostro club la prossima estate. Al momento non c’è una trattativa per il rinnovo né la volontà del ragazzo di discutere un nuovo contratto”. In buona sostanza negli ultimi anni il club della Ruhr, avuto riguardo ai propri pezzi da novanta, è riuscito a monetizzare soltanto grazie alla cessione di Julian Draxler: il 31 agosto del 2015, come ricorderete, il trequartista rifiutò la Juventus per il Wolfsburg che gli offriva di più, salvo poi pentirsi dopo 16 mesi e sposare di conseguenza la causa del danaroso Paris Saint-Germain. Tornando alla questione fuga, non sta bastando nemmeno l’eccezionale rendimento di Domenico Tedesco: quello allenato dal 32enne calabrese di Germania è infatti il miglior Schalke dell’ultimo ventennio. Seconda forza della Bundesliga, quindi prima dell’altro campionato, quello che anche quest’anno si è disputato alle spalle del Bayern che ormai per l’ennesimo Meisterschale aspetta soltanto il conforto dell’aritmetica.

Lo avete già capito: oggi, all’interno del nostro consueto spazio quotidiano, accendiamo i fari proprio sull’ultima pepita in uscita dalla Veltins-Arena. Maximilian Meyer nasce il 18 settembre del 1995 a Oberhausen e muove i primi passi nella scuola calcio del FC Sardegna Oberhausen, evidentemente facente capo ad emigrati italiani, per poi passare nel vivaio del Rot-Weiß Oberhausen, la squadra più importante della sua città natale, e di qui al Duisburg dove si ferma per un quinquennio prima di fare il suo ingresso nel 2009 nel settore giovanile dello Schalke dove percorre tutta la trafila (39 gol tra Under 17 e Under 19) e, di pari passo, anche quella nelle Nazionali juniores tedesche a partire dall’Under 15. Senza dimenticare la sua esperienza nel Futsal, sempre in età adolescenziale, tra le file del PSV Wesel-Lackhausen. Dopo diverse apparizioni in panchina, l’esordio tra i grandi arriva a 17 anni e mezzo, il 16 febbraio 2013, in occasione della trasferta contro il Mainz. Finora sono 191 le gare ufficiali disputate con la prima squadra, impreziosite da 22 gol e 24 assist. Nessun titolo in bacheca a livello di club, da evidenziare invece l’Europeo Under 21 vinto con la Germania nel 2017, anche se Low già nel 2014 gli aveva regalato la gioia del debutto in Nazionale maggiore, della quale ha difeso i colori in 4 occasioni con 1 gol all’attivo. Di recente il ct lo ha riaggregato al gruppo e adesso il nostro personaggio del giorno spera di salire sull’aereo diretto in Russia, magari capitalizzando il lavoro tattico che Domenico Tedesco ha fatto su di lui. Già, perché le caratteristiche di Meyer, fisico brevilineo e scattante (173 cm per 64 kg), erano sempre state quelle del trequartista, impiegabile sia nel 4-2-3-1 che come vertice alto di un reparto a rombo. Ma in quest’annata il nuovo allenatore ha abbassato il suo raggio d’azione, facendolo specializzare anche in fase di interdizione e costruzione della manovra da dietro, piedi educati e visione di gioco di prim’ordine. Il rendimento sotto porta ne ha risentito (zero gol e zero assist in campionato, una rete decisiva in Coppa di Germania), ma nel complesso Max sta diventando un centrocampista universale, in grado di giostrare anche da centrale o mezzala. Il ventiduenne specialista teutonico piace a tanti, Milan compreso (come segnalatovi in tempi non sospetti), ed è stato accostato in queste settimane anche ad altri club italiani ed a diverse società inglesi. Ma non va esclusa – tutt’altro – l’ipotesi di una nuova esperienza in patria, in aderenza alla storica ritrosia dei tedeschi ad abbandonare i propri confini. La stampa tedesca ha parlato del solito Bayern, ma la sensazione è che possano materializzarsi presto anche altre opzioni in Bundes. Futuro tutto da scrivere, quindi, ma una cosa è certa: Meyer a zero sarà un colpo vero.

Foto: sito ufficiale Schalke