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Pastore, le parole di Ausilio e Sabatini e il dovere di Suning nelle ultime ore di mercato

30.01.2018 | 00:25

Le cifre sono quelle della settimana scorsa: 30 milioni con eventuale prestito oneroso e obbligo di riscatto legato alla qualificazione Champions dell’Inter, oppure a gol e presenze. Per Javier Pastore in nerazzurro entriamo nel vialone decisivo. Hanno aperto tutti, deve chiudere l’Inter. Se non chiudesse, poi dovrebbe essere Suning a spiegare le motivazioni. Tutto questo a prescindere dalle parole di Ausilio e Sabatini che giustamente frenano, sia per non regalare illusioni, con un affare da definire, sia per non urtare la sensibilità del Psg, sin qui mostratosi molto disponibile. Ha parlato chiunque, dal diretto interessato allo stato maggiore del Paris Saint-Germain, aperture senza se o senza me. L’ultimo retroscena: Pastore non vuole fare mezzo torto al suo attuale club, è stato convocato per la partita di oggi e lo ha chiesto lui stesso, perché si sente a disposizione fino all’ultimo secondo. Un comportamento eccezionale, quello che ha portato il Psg ad aprire verso l’Inter. Sull’ingaggio accordo, anche questo della scorsa settimana: 5 milioni più bonus a stagione. Ora serve l’ultimo passaggio, quello più importante, il via libera che deve arrivare alla Cina. Per quanto riguarda le altre possibili manovre del club nerazzurro, da giorni circolano indiscrezioni relative a Stanislav Lobotka, ventitreenne slovacco vincolato al Celta Vigo con clausola da 35 milioni, l’agente ha confermato i sondaggi, l’Inter lo apprezza ma c’è la tagliola della formula e la priorità in queste ore va a Pastore.

Foto: Facebook ufficiale Pastore