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PALOSCHI SGOMMA SEMPRE

19.03.2013 | 09:57

Son già passati più di cinque anni da quel pomeriggio del 10 febbraio 2008 quando, splendidamente imbeccato da Clarence Seedorf, Alberto Paloschi, dopo soli 18 secondi dal suo esordio in Serie A, trafiggeva Manninger con un gran destro di prima intenzione, regalando ai rossoneri i tre punti contro il Siena. Tutta l’Italia strabuzzò gli occhi al cospetto di cotanta prodezza e l’aggettivo “predestinato” fu quello che ovviamente andò per la maggiore tra tutti gli addetti ai lavori, Carlo Ancelotti in primis. I paragoni con Pippo Inzaghi iniziarono a sprecarsi, in tanti vedevano in questo enfant prodige l’erede naturale del bomber italiano più munito di killer instinct della storia recente.

Ma adesso riavvolgiamo il nastro e facciamo un passo indietro. Alberto Paloschi nasce a Chiari, in provincia di Brescia, il 4 gennaio del 1990 e muove i primi passi nei pulcini della Cividatese, squadra del suo luogo di residenza, Cividate al Piano, nel bergamasco. Effettua diversi provini a Zingonia ma non convince gli scout dell’Atalanta finchè, alla fine del 2001, non fa breccia nel cuore degli osservatori del Milan che ne perorano la causa facendolo tesserare nel gennaio del 2002, all’età di 12 anni. Da lì in poi, Alberto inizia a segnare caterve di gol ad ogni livello, dagli Allievi di Bubu Evani alla Primavera di Filippo Galli, senza dimenticare le prodezze con l’ Italia under 17 e under 19, mentre nella stagione 2007-08, prima dell’esordio in campionato da urlo, segna le sue prime due reti con la prima squadra, timbrando il cartellino in entrambe le gare di Coppa Italia contro il Catania.

Al termine del torneo, in via Turati decidono di fargli fare esperienza, cedendolo in comproprietà al Parma. L’esperienza coi ducali inizia bene e nel 2008-09, in serie B, l’attaccante realizza 12 gol in 39 partite, contribuendo alla promozione degli emiliani. Nella stagione successiva i primi guai fisici iniziano ad inficiare la maturazione della giovane punta, che aumenta di 5 cm in altezza e patisce due infortuni muscolari nella seconda parte del campionato, chiudendo l’annata con 17 presenze e 4 reti all’attivo. Le due società di appartenenza decidono di rinnovare ancora la comproprietà, ma la stagione 2010-11 si rivela l’annus horribilis per Paloschi, costretto a saltare di fatto tutto il girone d’andata per un altro guaio muscolare occorsogli durante una partita con l’under 21.

Nel gennaio del 2011, il Milan riscatta la metà del Parma e la gira al Genoa. Con la maglia del Grifone il giocatore colleziona 12 gettoni impreziositi dalla doppietta rifilata alla Roma, la sua prima in Serie A. Nel giugno successivo la comproprietà si risolve a favore della società di Silvio Berlusconi e l’8 agosto viene ceduto al Chievo in prestito con diritto di riscatto della compartecipazione. Nel 2011-12 Paloschi disputa in maglia clivense 36 partite, andando a segno 6 volte. Galliani e Sartori si accordano per il prolungamento del prestito, ma la scorsa estate la sfortuna si accanisce nuovamente sul bomber lombardo, che viene operato per la ricostruzione della capsula legamentosa del legamento della caviglia. Il resto è attualità, Paloschi torna in campo l’11 novembre del 2012 contro l’Udinese, gonfiando subito la rete dal dischetto, avanza nelle gerarchie di Corini e il 2 dicembre, con una sensazionale tripletta, trascina i suoi nel rocambolesco 4-2 di Marassi ai danni del Genoa. Il 31 gennaio scorso, nel corso dell’ultimo giorno di mercato, i gialloblu di Campedelli ne riscattano la comproprietà. Fino a questo momento, su 16 partite giocate, in 7 occasioni il ventitreenne ha assaporato la gioia del gol. Con Thereau forma una coppia perfetta, al punto di essere riusciti a chiudere dopo tanti anni l’era Pellissier, a cui i mussi volanti si erano sempre aggrappati. Paloschi sgomma, e anche quando non segna si rivela comunque decisivo, come domenica scorsa a Pescara nei panni di uomo assist. Tra gli obiettivi immediati c’è l’Europeo under 21, che il bresciano dovrebbe disputare da fuori quota, ma nei suoi sogni c’è ovviamente il ritorno al Milan, come lo stesso giocatore ha ammesso recentemente. Ed è normale che sia così. Ma per adesso se lo gode il Chievo, praticamente già salvo anche grazie al suo piccolo Pippo Inzaghi.