Ultimo aggiornamento: sabato 06 aprile 2024 00:30

Pagliuca: “Ecco cosa mi ha commosso del trionfo azzurro a Euro 2020”

14.07.2021 | 11:05

Gianluca Pagliuca, ex portiere della Nazionale e diverse squadre di Serie A, è intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, per commentare l’impresa dell’Italia a Euro 2020 e per parlare di vecchi ricordi. Di seguito le sue parole:

Sull’abbraccio Mancini-Vialli e sulla dedica ai sampdoriani

“Mi sono commosso quando ho sentito la dedica di Roberto ai sampdoriani e a Paolo Mantovani, il presidente che gli ha insegnato come si può voler bene anche nel calcio. E quando ho visto lui e Luca avvinghiarsi e piangere insieme. Ho messo la foto in tutti i miei social: meravigliosa. In quell’abbraccio c’era un pezzo di storia della nostra vita, non solo della carriera. C’era tutta quella Samp, ricordi indimenticabili. Ecco, mi piace credere che in quei trenta secondi anche a loro siano tornati in mente”.

Su Mancini e sulla scelta dello staff

“È stato bravo. Mancini alla sua Nazionale ha dato grande tranquillità e ha insegnato il senso della forza di essere tutti dalla stessa parte. Ho visto anche qualche allenamento della squadra: clima splendido, tutti sereni, uniti. Anche in questo Roberto è stato perfetto. Lui ha bisogno di avere vicino solo quelli di cui si fida ciecamente, sceglie di circondarsi di persone che anzitutto lo capiscano. Nella vita, ma anche nel calcio: Chicco, Attilio, Fausto, Giulio, Massimo sono con lui da una vita, non può sbagliarsi. Roberto ricorda tutto ed è molto generoso con chi ha rispetto di lui: quando decide che uno per lui è amico, è amico”.

Sulla grande Samp

“Spesso si dice “come una famiglia”, ma è una frase fatta. Non per noi: in quella Samp ci si voleva bene come fratelli, ci si rispettava come parenti. E ci si ritrovava sempre nella stessa casa, noi del nucleo storico: io, Mannini, Vierchowod, Pellegrini, Lombardo, Mancio, Vialli. E quando arrivava qualcun altro gli aprivamo la porta”.

Su Boskov

“Era quello che ci teneva tutti attaccati. Il numero uno assoluto nella gestione del gruppo, a modo suo: grande rispetto per i giocatori più esperti, faceva finta di dare la colpa ai più giovani ma poi coccolava pure loro. Sempre tranquillo, l’aplomb di chi ha in mano il controllo della situazione. E funzionava e ha ispirato Roberto. Da Boskov ha imparato che avere un gruppo forte e saperlo gestire bene può essere la tua arma migliore”.

Foto: Twitter Mancini