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Neymar d’oro: il Brasile trionfa alle Olimpiadi dopo i rigori

21.08.2016 | 01:22

Il Brasile mangia, dorme e beve calcio. Vive di calcio. No, non si tratta di una semplice frase di Pelè: è la realtà. Semplice. E il verdeoro, questa notte, torna ad illuminare il cielo. Medaglia d’oro. Il podio è composto: terzo gradino per la cenerentola Nigeria, argento per i tedeschi e oro per i brasiliani. Se la vendetta è un piatto che va servito freddo, beh: allora i carioca hanno compiuto pienamente la loro nemesi nei confronti dei teutonici. Come volevasi dimostrare. Lavata l’onta del nefasto mondiale del 2014, in cui la Germania rifilò sette scoppole alla Seleção. Già, perché ora, alle Olimpiadi, è tutta un’altra storia. Al 27′, Neymar porta avanti il Brasile con una meravigliosa punizione dal limite all’incrocio dei pali. Tolta la ragnatela. Un piazzato arrotato di magia. La rete si gonfia. Un popolo è già in festa. Il tempo passa. Poi il silenzio. Gelo. Intorno al quarto d’ora della ripresa, Meyer scherza con i 75 mila del Maracana siglando la rete del pareggio. Azione perfetta, la Germania si rialza dall’angolo. Tedeschi ancora in vita, brasiliani in debito d’ossigeno. E’ il primo gol subito dai verdeoro nel torneo olimpico. Intanto, il tempo fugge sornione. I supplementari svaniscono in un battito di ciglia. Inizia la parte più drammatica del calcio: i rigori. Matthias Ginter non da scampo al portiere. Parte bene la Germania. Renato Augusto pareggia il computo. Serge Gnabry, con tranquillità, riapre lo strappo. Il momento è topico. Marquinhos (Brasile) trasforma senza problemi il rigore calciando il pallone nel sette di destra. Segna anche Julian Brandt. Dopodiché, l’esperienza di Rafinha permette ai padroni di casa di trovare l’ennesima buca d’angolo. Ma Niklas Sule non sbaglia. Segna Luan. Ancora parità. Poi vengono rotti gli indugi: il tedesco Petersen sbaglia la mira. Errore. Arriva lui, Neymar: rigore perfetto. Palla nel sette. E il Brasile è d’oro.

Insomma, ogni nazione – questo è il bello delle Olimpiadi – è una metafora colorata del paese che rappresenta. Per il Brasile una danza: un ballo macabro nel 2014, ora stupendo ai giochi olimpici. Per la Germania, invece, non c’è dubbio: il calcio è organizzazione. Ma non oggi. Questa sera hanno vinto loro: i più belli del mondo.