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Milan, la forma e la sostanza

14.07.2012 | 10:13

Ci sono due strade, agli antipodi, che in qualche modo dovrebbero coincidere. La forma e la sostanza. La vicenda che ha coinvolto Thiago Silva e Ibrahimovic, entrambi promessi sposi del Paris Saint Germain, ha fatto sì che tra forma e sostanza ci fosse una distanza abissale. E così non può andare bene.
La sostanza dice che, quando ti offrono circa 70 milioni per due tuoi pilastri non puoi dire no. Soprattutto se se siamo in piena crisi nazionale, soprattutto se lo tsunami ha investito (purtroppo) club prestigiosi come quello rossonero. I buchi di bilancio sono ormai un passaparola. E così, all’improvviso, spunta lo sceicco di stanza a Parigi, prepara un pacco di milioni che la metà metterebbe in imbarazzo chiunque, e tu sei costretto alla resa. Ibrahimovic avrebbe guadagnato ben 48 milioni lordi per altri due anni, Thiago Silva una sessantina fino al 2017. Aggiungi il costo dei cartellini e voli sui 170 milioni, una cifra impressionante. Con quei soldi metti a posto un po’ di rosso, puoi organizzare una squadra affidabile, magari non da primissima fila. Però, ci può stare prendere una decisione del genere, magari con il cuore sconquassato.
Ma la sostanza deve andare a braccetto con la forma. Almeno un po’. E in questo caso siamo come il Polo Nord con l’Egitto, distanze siderali. Strano che una società maestra dell’immagine e della comunicazione abbia bucato in modo così clamoroso. Ricorderete il contropiede sul sito del club che negava la minima ipotesi di una cessione di Thiago; le parole rassicuranti di Berlusconi; quelle sulla stessa linea di Galliani, prima di una brusca inversione di tendenza. La verità? Il Milan aveva deciso da un pezzo, ma non sapeva come uscirne. Morale: il Milan maestro della comunicazione che all’improvviso si incarta come se fosse la prima scelta delicata e complicata di una nuova gestione societaria. E non la millesima operazione di un ciclo che ha portato i rossoneri a sbrogliare le matasse più ingarbugliate.
Se pensi che la forma sia un optional, se pensi che i tifosi debbano digerire tutto, se pensi che tanto il tempo lenirà il dolore e curerà le ferite, beh sarebbe il caso di aggiungere che è stata una strategia assurda. Sbattuta in faccia ai tifosi che, poi dovrebbero rispondere agli appelli. Con fedeltà e senza soluzione di continuità. No, non è stata una bella storia.
Ora ci sta tutto. Anche che il Milan costruisca una squadra migliore di quella che comprendeva Thiago e Ibra. Ma la storta presa, molto più di una storta, non tocca i legamenti di uno zoccolo duro – quello societario – dalla lunga tradizione. Ma colpisce al cuore il tifoso che arde per i colori rossoneri.
Bastava dirlo. Sembrava semplice. Il Milan si è perso nei vicoli frequentati dallo sceicco del Psg. Non ha saputo resistere, ci sta. Ma ha agito alla spalle della gente che lo ama e che pretende chiarezza. Imperdonabile.