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Da Meroni e Curi a Fortunato e Morosini: le altre tragedie che hanno sconvolto il calcio italiano

04.03.2018 | 17:50

Il calcio italiano e tutti gli appassionati piangono Davide Astori, il capitano della Fiorentina trovato morto questa mattina nella sua camera dell’albergo di Udine, dove la Viola era in ritiro in attesa del match contro la squadra di Oddo, originariamente programmato per oggi pomeriggio alle 15. Riavvolgendo il nastro, diverse sono le tragedie che hanno funestato il pallone di casa nostra. Tralasciando quella collettiva del 1949, lo schianto di Superga che si portò via il Grande Torino, e passando in rassegna quelle individuali, si ricordano:

1967 –  Luigi Meroni, 24enne ala dello stesso Torino, dopo la vittoria contro la Sampdoria si reca in un bar per telefonare alla compagna, poiché privo delle chiavi di casa, ma viene investito su Corso Re Umberto e per le conseguenze dell’impatto spira la stessa sera in ospedale. A guidare l’auto il giovane Attilio Romero, che nel 2000 diviene presidente proprio del club granata.

1969Giuliano Taccola, attaccante della Roma, muore a 25 anni subito dopo la sfida esterna contro i l Cagliari, a causa di un malore avvertito negli spogliatoi.

1977 Luciano Re Cecconi, 28enne centrocampista della Lazio, viene ucciso con un colpo di pistola al petto da un gioielliere di Roma (poi assolto per legittima difesa) in circostanze mai del tutto chiarite. Si è sempre parlato di tentativo simulato di rapina, un classico scherzo finito nel modo peggiore, ma anche di recente sono state avanzate ricostruzioni diverse, senza che il caso sia mai stato riaperto.

1977Renato Curi muore all’età di 24 anni durante Perugia-Juventus. Il centrocampista del Grifone dopo uno scatto si accascia a terra, viene aiutato a rialzarsi ma subito dopo stramazza nuovamente al suolo, stroncato da un arresto cardiaco. Poco meno di un mese dopo lo stadio di Perugia viene intitolato alla sua memoria.

1983Ciro Pezzella e Michele Lorusso, due difensori del Lecce, perdono la vita in un incidente stradale nei pressi di Bari, dove i calciatori erano diretti per prendere un treno per Varese, i salentini la domenica successiva sarebbero stati impegnati nel capoluogo lombardo. Erano accomunati dalla paura di volare, il resto della squadra avrebbe viaggiato in aereo.

1987Andrea Cecotti, 25enne centrocampista difensivo della Pro Patria, al 29’ del match contro il Treviso chiede il cambio per un problema alla gamba che non gli consentiva di camminare liberamente. Trasportato all’ospedale durante l’intervallo, gli viene diagnosticata una trombosi alla gamba sinistra, con embolo al cervello. L’indomani entra in coma irreversibile, muore cinque giorni dopo.

1995Andrea Fortunato, 23enne terzino sinistro della Juventus, combatte la sua battaglia contro la leucemia linfoide acuta diagnosticatagli, ma la perde, proprio quando sembrava che le cure stessero facendo effetto, a causa di una polmonite che gli fa crollare le difese immunitarie.

1997Federico Pisani, 23enne attaccante dell’Atalanta, muore a bordo della sua Bmw insieme alla fidanzata, in seguito ad un incidente stradale occorsogli sulla Milano-Laghi di ritorno da una serata al Casinò di Campione d’Italia.

2001 Niccolò Galli, figlio di Giovani nonché 17enne difensore del Bologna, perde la vita mentre tornava a casa dopo l’allenamento a Casteldebole. Il ragazzo, peraltro freschissimo di esordio in Serie A, perde il controllo del suo motorino e termina la sua corsa contro un guardrail in manutenzione.

2002 Vittorio Mero, nel giorno della semifinale di Coppa Italia Parma-Brescia, alla quale non poteva partecipare poiché squalificato, stava rientrando dalla famiglia nel bresciano quando sulla A4 sbanda alla guida della sua auto. La partita venne ovviamente rinviata.

2002 Jason Mayele, 26enne attaccante congolese in forza al  Chievo, si schianta a bordo della sua auto contro un’altra vettura nei pressi di Bussolengo, mentre stava raggiungendo il centro sportivo del club veneto per la seduta di allenamento.

2012 – Piermario Morosini, 25enne centrocampista del Livorno si accascia al suolo per una crisi cardiaca allo stadio Adriatico di Pescara durante la partita. Subitaneamente soccorso, ma senza defibrillatore, muore poco dopo in ospedale. L’autopsia sancisce che a determinare la morte è stata una rara malattia ereditaria, la cardiomiopatia aritmogena.

Aveva smesso di giocare da appena quattro mesi, invece, Gaetano Scirea, quando il 3 settembre del 1989, frattanto divenuto allenatore in seconda della sua Juventus, perse la vita a causa di un terribile incidente d’auto occorsogli in Polonia, dove si era recato per visionare dal vivo il Gornik Zabrze, avversario dei bianconeri in Coppa Uefa.

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