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Marchisio e i suoi fratelli: da Rosina a Mancini, tutti gli italiani protagonisti in Russia

03.09.2018 | 23:55

Claudio Marchisio riparte dalla Russia: il centrocampista classe ’86, svincolatosi dalla Juve nell’ultimo giorno di mercato italiano, è un nuovo calciatore dello Zenit San Pietroburgo. A 32 anni, dunque, Marchisio ha scelto di intraprendere una nuova esperienza dopo 389 partite in bianconero e sette scudetti consecutivi vinti. Quasi scontata la scelta di un campionato diverso dalla Serie A, visto il legame fortissimo con la Juve e i tifosi. Marchisio, che a San Pietroburgo troverà una vecchia conoscenza della A, l’ex romanista Leandro Paredes, non è certo il primo italiano a trasferirsi in Russia. I primi “emigranti” tricolore arrivarono nella vecchia URSS per merito di Igor Shalimov, che negli Anni ’90 aveva trascorso alcune proficue stagioni da giocatore con Foggia, Inter, Udinese, Bologna e Napoli. Tornato in patria a fine carriera, l’ex centrocampista nel 2003 fu nominato allenatore dell’Uralan, squadra della città di Elista, da poco promossa nella Premier Liga (l’equivalente della nostra Serie A). E Shalimov si ricordò della sua avventura in Italia in sede di calciomercato: dal Siena e dal Vicenza si trasferirono nelle steppe della Calmucchia Dario Passoni e Alessandro Dal Canto. A fine stagione, però, l’Uralan retrocesse, Shalimov fu esonerato e i suoi pupilli italiani tornarono nel Belpaese. E per qualche stagione nessun club si decise più a richiamare italiani in Russia. Diversi anni dopo toccò a Francesco Ruopolo e Ivan Pelizzoli, le cui avventure con la Lokomotiv Mosca non furono certo da tramandare ai nipoti. Poi nell’estate del 2009 lo Zenit di San Pietroburgo, che l’anno prima aveva vinto la Coppa Uefa, ha acquistato dal Torino Alessandro Rosina, protagonista di una prima annata in Russia molto positiva. Nella stagione seguente, con l’arrivo in panchina di Luciano Spalletti, in molti credevano che il centrocampista avrebbe dato il meglio di sé. Invece è successo esattamente il contrario: lo Zenit ha acquistato diversi giocatori di livello e Rosina è scivolato in fondo alle gerarchie di Don Luciano che, dal canto suo, ha fatto l’en plein di titoli facendo vincere per la prima volta allo Zenit sia il campionato sia la Coppa nazionale. Il successivo giocatore italiano a volare nell’ex URSS è stato Salvatore Bocchetti, trasferitosi dal Genoa al Rubin Kazan nell’estate del 2010. Bocchetti è attualmente in forza allo Spartak (allenato da Massimo Carrera, che a Mosca ha vinto campionato e una Supercoppa russa) ed è uno dei due azzurri attualmente impegnati in Russia, l’altro ovviamente è Marchisio, che molto presto inizierà la sua nuova avventura lontano dal Belpaese. Recentemente anche Cristian Pasquato ha fatto un’esperienza in terra russa, vestendo la maglia del Kryl’ja Sovetov Samara. E come dimenticare Domenico Criscito, per 7 anni bandiera dello Zenit San Pietroburgo – allenato nella passata stagione da Roberto Mancini – e ora entrambi tornati a casa, il primo nel “suo” Genoa e il secondo sulla panchina della Nazionale azzurra.

 

 

 

Foto: Twitter ufficiale Zenit