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Malesani: “Il calcio di Guardiola ricorda il mio Parma. Futuro? Vorrei concludere meglio la carriera…”

23.11.2018 | 11:56

Alberto Malesani, ex allenatore di Parma, Modena e Sassuolo, ha rilasciato una lunga intervista toccando vari argomenti sulle pagine de La Gazzetta dello Sport: “Il mio Parma era un team vincente, una squadra formidabile e divertente. Non avrò vinto lo scudetto, ma nessuno dopo di noi ha trionfato in Coppa Uefa. C’erano squadroni anche in Coppa Uefa, a quei tempi. Dovetti comprare una macchina perché i giocatori mi dissero che, dopo aver vinto a Mosca, agli allenamenti mi dovevo presentare in un certo modo… Io andavo in panchina con la tuta, ma è diventata un cavallo di battaglia soltanto dall’epoca di Sarri in poi. Prima sembrava tutto una bestemmia, un po’ come il gioco che volevo si facesse. Pressing alto, partecipazione collettiva. Se un ventenne mi chiedesse com’era il mio calcio, direi che ero più vicino a Guardiola che ad altri, senza per questo voler fare il presuntuoso: quel mio Parma che vinse la Uefa contro il Marsiglia aveva molti concetti di Pep. Futuro? Vorrei concludere meglio la mia carriera da allenatore, dispiace che quella a Sassuolo sia stata la mia ultima esperienza. Inserii troppo in fretta i rinforzi arrivati a gennaio, però il lavoro era arrivato a buon punto. Oggi dietro al Sassuolo c’è un grandissimo presidente e De Zerbi, che lavora davvero bene. Ammiro Sensi: uno che gioca con la testa prima che con il corpo. Quanto al Parma, la forza dei crociati è in D’Aversa: sa adattarsi, ha concretezza. E anche giocatori importanti, come Gervinho e Inglese. Pronostici? Parma-Sassuolo potrebbe addirittura finire con il 2, mentre a Bologna-Fiorentina dico X. I viola sono forti ma in fase di definizione, non hanno gente come Rui Costa o Bati, che io invece ebbi il piacere di allenare. Ecco, io ho avuto Enrico Chiesa, e secondo me aveva un difetto solo: poca rabbia. Federico ce l’ha, dunque è un giocatore completo. Quanto al Bologna, invece, il salto di qualità deve ancora arrivare. Ci sono tanti giovani, dunque è una squadra di prospettiva e io punto su Inzaghi: come quando giocava ha tanta adrenalina e voglia di fare. Maturerà”.