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Lombardi: “Che sogno il gol a Bergamo, Inzaghi crede in me. Su Candreva…”

14.09.2016 | 17:23

Cristiano Lombardi, giovane esterno della Lazio che nella 1° giornata di Campionato ha esordito con un gol nella massima seria, si è raccontato ai microfoni di Lazio Style Radio. Ecco le sue parole:

La gara di Bergamo non posso che ricordarla positivamente. E’ stata una notte magica. Non mi aspettavo di esordire già dalla prima giornata. La mia famiglia? Mi ha seguito sempre, soprattutto mio padre. Sono molto contenti perché quest’anno sono vicino casa, Viterbo, e possono starmi più accanto. Nei giorni dopo Bergamo, quando passeggiavo per strada, sentivo molto parlare di me. Viterbo è una piccola cittadina e ci conosciamo tutti. Volevo far vedere, in questi due anni, di essere maturato e di poter stare in A. Volevo dimostrarlo innanzitutto a me stesso. Avevo un po’ di paura, ma piano piano ho preso fiducia per affrontare la partita nel momento grazie anche alle parole di Biglia e Parolo. Ed è andata bene.

Due battute su queste prime tre giornate, sulla sfida con il Pescara e sull’andamento del campionato: “Nelle due prime due giornate abbiamo fatto molto bene. Ora ripartiamo dal pareggio di domenica scorsa.  Non penso che stiamo facendo male. Dopo tre partite siamo a quattro punti. Contro il Chievo l’approccio non è stato come le prime due. Era però la prima alle 15 e si giocava in un caldo infernale. Non sono scusanti, ma si sembrano esagerate le critiche dopo già così poche giornate. Abbiamo preso cinque gol, di cui tre a Bergamo, dopo aver chiuso il primo tempo 3-0. C’è stato un rilassamento, ma non era facile, visto che avevamo numerosi assenti. Con la Juventus abbiamo speso davvero tanto. Loro hanno segnato nell’unica occasione nitida. Con il Chievo abbiamo sofferto molto sulle palle inattive. Cercheremo di migliorare e lavorare su questo. Stiamo lavorando molto. Il mister ci ha lasciato liberi il lunedì. Ci faremo trovare pronti e stiamo lavorando duro. L’imperativo è quello di vincere con il Pescara. Oddo ha dato un’impronta e un gioco. Sarà una partita aperta, ma dovremo condurla noi. Come andrà il campionato? E’ ancora difficile dire quale sarà la gerarchia. Nessuno al momento ha impressionato. Non c’è nulla di definito. Chiaro, è molto probabile che la Juventus faccia un campionato a sé. I primi 30 minuti con il Sassuolo parlano da soli.

Conclusione su Candreva, Inzaghi e Keita:Mi ispiro a Candreva. E’ uno degli esterni top in Europa. Mi sono allenato tanto con lui e ho cercato di rubargli più segreti possibili. Paragoni? Sinceramente non lo so. Non mi rivedo in nessuno. Keita? Ha più qualità di me nell’uno contro uno. A me piace fare le due fasi. Cerco molto la profondità. Inzaghi? Senza alcun dubbio, è stato il mio mentore. So cosa vuole il mister dagli esterni. E’ uno che ha coraggio e che non ha paura di buttare dentro un giovane. Mi rivoleva nel gennaio 2015 in Primavera, ma per me tornare sarebbe stato un passo indietro, dopo il passaggio tra i professionisti. Col senno di poi, forse non fu la scelta migliore, visto che da quel punto a Trapani feci solo 2 presenze. Il numero 25? Avrei sempre voluto giocare con l’87, l’anno di fratello. Ma qua ho preso il 25, gli anni a cui lui ci ha lasciati. Filippini, Silvagni, Pollace. Essere cresciuto nel settore giovanile ti porta a dare quel qualcosa in più. Quando hai l’occasione cerchi di dare tutto fino a che i muscoli non ti chiedono pietà, come fatto io a Bergamo. L’esperienza e  i senatori sono fondamentali nella società. La Lazio è la seconda squadra più giovane in Serie A. Questo è un bene per il futuro, perché possiamo crescere assieme”.