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L’inchiesta: #27 Dal Toro, “il toro” Abou Diop

09.10.2012 | 16:06

Nel campionato primavera italiano e non solo, analizzando le rose dei club che vi partecipano, si può scoprire che gli osservatori dei più grandi team hanno un occhio di riguardo, soprattutto grazie ai prezzi contenuti dei loro cartellini, per i giocatori provenienti dalle zone centrali del continente africano.

 

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NOME

ANNO

26

Eric Dier

1994

27

Abou Diop

1993

28

Jean Marie Dongou

1995

 

Negli ultimi 10 anni, da Martins a Babacar, sono tantissimi i giocatori africani che hanno vestito le maglie di società blasonate di serie A e B. Abou Diop, nato nella capitale del Senegal, Dakar, il 6 ottobre 1993 è il fiore all’occhiello della “cantera” granata di Torino.

In realtà nel capoluogo piemontese, Diop, è approdato solo nel 2011, dopo un breve periodo di prova, che convinse al 100% gli osservatori granata. I problemi burocratici, tuttavia, non mancarono. Il Torino, infatti, era un club di serie B e le restrizioni sui trasferimenti di giocatori extracomunitari nella serie cadetta vietavano il tesseramento di ragazzi minorenni. Non appena maggiorenne (e dopo un attesa di ben 9 mesi) il Toro ha sigliato subito un contratto triennale con il ragazzo che è stato aggregato alla formazione primavera allenata da mister Antonino Asta.

L’impatto con il campionato giovanile italiano è stato dei migliori. 7 gol nelle prime 7 partite con un inserimento all’interno degli schemi di Asta quantomeno sorprendente. Anche nella Coppa Carnevale il Torino si è dimostrato una squadra solida, ma proprio nel momento di massimo splendore, Diop si è fermato per un problema al menisco del ginocchio destro. L’intervento e lo stop di Abou hanno fermato il Toro nella corsa al Viareggio (contro il Parma nei quarti di finale), ma ne hanno anche pregiudicato il proseguo della stagione nel campionato Primavera.

Il girone A si è concluso con il Torino al secondo posto, garantendo ai granata l’accesso alla fase finale. La corsa allo scudetto, tuttavia si è bloccata di fronte alla corazzata biancoceleste della Lazio. Diop, in metà stagione e con un infortunio importante alle spalle, è riuscito a chiudere il 2011/2012 con 15 prese e 9 reti all’attivo in campionato mantenendo una media gol invidiabile per la sua giovane età.

Diop è veramente un “toro” poiché fisicamente appare inarrestabile. Dall’alto del suo metro e ottantacinque per 75 kg, Diop è straordinariamente conscio del proprio fisico. Come tutti gli atleti africani riesce ad abbinare alla prepotenza fisica una rapidità e un’agilità esplosiva. Ciò che rende Abou Diop un talento dal futuro assicurato, tuttavia, è la facilità con cui trova la porta. In area piccola è davvero letale; con il fisico, di testa o calciando di destro (suo piede naturale) il ragazzo riesce quasi sempre a trovare la porta mettendo in difficoltà i portieri avversari.

Il suo allenatore Antonino Asta, e i più importanti osservatori del calcio giovanile italiano, assicurano che Diop è un talento grezzo a cui manco soltanto la disciplina tattica. La strada verso il successo è ancora lunga, ma vivendo e rapportandosi con un ambiente acceso come quello di Torino può solo portare giovamenti al processo di maturazione dell’attaccante. E se il problema nel suo rendimento dovesse rivelarsi la tattica, allenandosi con costanza con un maestro quale Giampiero Ventura, Diop potrebbe presto diventare inarrestabile.