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Le avventure di Gasperson

18.09.2012 | 12:14

Oggi Gian Piero Gasperini, ottimo allenatore, scopre il Palermo. Le chiameremo le avventure di Gasperson, in onore al soprannome che l’allenatore aveva strappato durante l’indimenticabile ciclo in casa Genoa. Sembrava destinato a restare lì per sempre, come Alex Ferguson al Manchester United: per questo motivo il cognome fu storpiato, da Gasperini a Gasperson. Ma l’idillio con Preziosi non poteva essere eterno.

Oltre un anno fa Gasperson disse no a Zamparini. Aspettava la grande occasione che sarebbe arrivata presto, l’Inter. Una chance che si sarebbe rilevata un fallimento, non soltanto per colpa sua. Prima di Moratti cercò di inserirsi il number one del Palermo, ricevendo in cambio un due di picche. Gasperson avrebbe guadagnato una tombola, ma agli amici più fidati confessò che non se la sarebbe sentita di lavorare con un presidente pronto a interferire (e a insultare) alla prima occasione. Zamparini dichiarò, parola più parola meno, che difficilmente avrebbe trovato un allenatore più presuntuoso e pieno di sé. Basterebbe controllare sui motori di ricerca, mica stiamo inventando. La reazione di chi non è abituato a sentirsi rispondere no dopo aver offerto una barca di quattrini. Infatti, dopo oltre un anno e malgrado i reciproci dubbi, i due si ritrovano in coppia, dimenticando il passato e le incomprensioni. Per le nuove avventure (stavolta siciliane) di Gasperson.

Giudice arbitro sarà Giorgio Perinetti. Il nuovo Ponzio Pilato del calcio italiano. Lo stesso che ha convinto Sannino ad accettare la proposta del Palermo, promettendogli uno Zamparini molto più saggio e non votato all’esonero. Lo stesso che sul mercato ha avuto potere zero e soldi in cassa “meno uno”. Lo stesso che poi ha scaricato Sannino, oggi è fondamentale salvare la poltrona. E alla fine Giorgio (Ponzio Pilato) Perinetti neanche ha partecipato alla scelta di Gasperini, l’ha memorizzata in un pomeriggio di metà settembre. Eppure aveva fatto fuoco e fiamme per essere liberato dal Siena, malgrado un contratto infinito, come se la cortesia gli fosse dovuta a prescindere. Maurizio il focoso gli aveva promesso autonomia: ma quando, ma dove?

Adesso ci interessano molto più le avventure di Gasperson. Non siamo gufi, però tra quattro o cinque settimane saremo nuovamente qui: a Zamparini non piaceranno tante cose, obietterà e suggerirà, dirà e manderà a dire. Con il placet dei giornalisti, che gli stenderanno tappeti rossi. Magari attraverso Giorgio Ponzio Pilato, magari direttamente. Se capisse che il Palermo non è un giocattolo e che dopo averlo (lodevolmente) salvato andrebbe anche onorato, forse sarebbe un passo avanti. Ma lo Zamparini di oggi non è quello di ieri, ha quasi mollato. Gli resta sempre il potere dei soldi, che dal suo punto di vista comprende la possibilità di insultare gli allenatori, non soltanto dal punto di vista tecnico o tattico.

Un giorno mi diede del “terrorista giornalistico” soltanto perché avevo anticipato di tre mesi l’avvento di Silvio Baldini a Palermo. Ma a quei tempi era anche simpatico, pieno di idee per la sua creatura calcistica. E le avventure di Gasperson erano lontane, lontanissime…