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Laxalt esclusivo: “Inter, un destino alla…playstation”

06.02.2013 | 16:37

Una telefonata di buon mattino: il cellulare acceso per caso, una voce che sembra arrivare chissà da dove. “Corri a Fiumicino entro le 11, ti presento Diego Laxalt“. Sì, il centrocampista offensivo del Defensor, acquistato dall’Inter per luglio. Mi ritrovo a fare il cronista, sulla scia di tanti e indimenticabili anni trascorsi al “Corriere dello Sport”. Il volo da Montevideo atterra puntuale poco dopo le 11. Alle 11,20 ecco materializzarsi Diego: terminal 3, una piccola folla di curiosi, nessun giornalista e nessuna telecamera. Via libera. Diego è accompagnato dai fidatissimi Ariel Krasouski e da Boka Arias che hanno curato l’operazione con la preziosa supervisione per l’Italia dell’agente Fifa Vincenzo D’Ippolito.
Diego ha lo sguardo vispo, le treccine che si adagiano sulla schiena e la voglia matta di chi non vedeva l’ora di sbarcare in Italia. “Perché l’Inter? Perché mi ha cercato con discrezione e con convinzione. E perché era evidentemente destino. Alla playstation la mia squadra era l’Inter, quindi mi sembra tutto chiaro… E poi in Uruguay in tanti sono cresciuti con il mito di Alvaro Recoba e Ruben Sosa, quindi i conti tornano. Al Sub 20 ho fatto bene, sapevo di essere seguito. Ma quando mi hanno detto che l’Inter stava uscendo allo scoperto ho scoperto la felicità. Giusto arrivare in Italia con cinque mesi di anticipo: potrò ambientarmi nel migliore dei modi. E nel frattempo farò un tifo sfrenato perché l’Inter arrivi in Champions League, voglio giocarla l’anno prossimo. Devo molto o tutto al professor Santos, l’allenatore che mi ha insegnato di più. Ma sono riconoscente anche a Verzeri che nel Sub 20 mi è stato vicino. Non avrò nostalgia dell’Uruguay dove ho lasciato Antonella, la mia ragazza. E anche mia sorella si chiama Antonella, è più piccola di me. Non vedo l’ora di conoscere Zanetti, un mito. Sono pronto a tutto pur di conquistare l’Inter…”.