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La missione di Paratici: ecco perché la Juve può parlare tedesco

02.12.2016 | 17:15

Nella tarda serata del 30 novembre vi abbiamo parlato della missione di Fabio Paratici in Germania. Una trasferta in terra tedesca servita al direttore sportivo della Juventus per perfezionare alcuni contatti. C’è da rinforzare il centrocampo, rimasto orfano di Pogba e che a gennaio perderà per diverse partite Asamoah e Lemina, alternative ai titolari che partiranno per la Coppa d’Africa. Due i principali nomi sul taccuino del diesse bianconero: il primo identikit corrisponde a quello di Mahmoud Dahoud, classe 1996 del Borussia Moenchengladbach. Corporatura agile e scattante (176 cm per 67 kg), lo specialista siriano naturalizzato tedesco può ricoprire più ruoli davanti alla difesa e, alla bisogna, anche avanzare il suo raggio d’azione. Caratteristiche, soprattutto fisiche, diverse da quelle di Leon Goretzka, ben più prestante (189 cm per 79 kg) e che – a differenza del primo (ancora in Under 21) – è già da tempo in orbita Nazionale maggiore: due anni fa l’esordio, recentissimo il ritorno agli ordini di Joachim Löw. Goretzka è una mezzala, ma viene impiegato con regolarità anche da trequartista autentico oltre che da centrale, riuscendo a coniugare quantità e qualità a dispetto delle lunghe leve. Entrambi sono in scadenza nel 2018, posizione contrattuale che può agevolarne il trasferimento, ma a far pendere l’ago della bilancia dal lato di Leon potrebbero essere due fattori. Il suo procuratore è Jörg Neubauer, lo stesso di Khedira, quindi già di casa a Torino. Inoltre Goretzka potrebbe essere disponibile da subito anche in Champions League: lo Schalke è in Europa League, mentre il Gladbach ha fatto il girone di Champions, venendo eliminato da Barcellona e Manchester City. La pista che porta in Bundesliga va seguita, presto – alla luce della missione di Paratici – la Juve a centrocampo potrebbe parlare tedesco, malgrado per ambedue la concorrenza sia agguerrita. E fermo restando che il discorso per Kessie, pur da perfezionare con l’Atalanta a gennaio nelle speranze (fondate) della Vecchia Signora, sarebbe operativo per l’estate. Mentre per Witsel lo Zenit, club senza problemi economici, potrebbe decidere di mettersi nuovamente di traverso a costo di non guadagnare un solo euro dal cartellino del belga, che arriverebbe in ogni caso a luglio a parametro zero.

Foto: dfb.de-rousingthekop.com