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La Croazia sorride, a Modric suo

02.07.2018 | 18:13

Le grandi a Russia 2018 sono cadute, solo un’ora prima la Spagna è uscita con la Russia, ai rigori, una lotteria che rimarrà un grosso punto interrogativo per tutti. C’è chi dirà che la Croazia non è una big di questo mondiale, che il calendario facile l’ha agevolata mostrando scontri alla sua portata. Ieri a Novgorod, Modric e i suoi hanno dimostrato molto, battendo una Danimarca che ha resistito per 120 minuti, facendo, a tratti, anche la partita. Un match combattutissimo, in 4 minuti due gol figli di carambole in area di rigore. Al primo giro di orologio trova il gol Jorgensen, lunghissima rimessa laterale e un tiro che passa in mezzo alle gambe di due difensori e del portiere. I croati non si danno per vinti, un mancato rinvio nell’area danese fa carambolare la palla sui piedi di Mario Mandzukic che da due passi non sbaglia. La partita rimane equilibrata fino al secondo tempo supplementare dove, il mago Luka Modric si inventa un filtrante che manda in porta Ante Rebic, salta il portiere e mentre sta tirando a porta libera, l’autore del gol danese gli frana da dietro con un fallo che gli costerà il cartellino giallo. Si prevedeva un rosso diretto, ma le nuove normative del Mondiale giocano sulla possibilità di Jorgensen di prendere la palla in maniera regolare e concedono al danese di rimanere in campo. Sul dischetto si presenta il 10 croato che si fa parare il rigore da Schmeichel, sotto gli occhi compiaciuti del padre, ma la sua personalità lo obbligherà a presentarsi di nuovo davanti al portiere danse, tiro centrale, potenza mischiata a paura. Il numero 10 non poteva perdere una sfida personale, era in dovere di farlo, per lui, e per la sua gente. La sfida dei portieri potrebbe essere la più bella del mondiale, i due portieri parano 3 rigori, ma Subasic tutti durante i calci di rigore, questo apre le porte per la Croazia alla sfida con la Russia di sabato. Non si può sbagliare, ma Dalić avrà a disposizione un serio candidato al Pallone D’Oro, il suo capitano. Il suo errore Luka lo ha annullato con personalità; il vero errore, però, lo sta facendo chi esclude la Croazia da un posto che conta. Perché c’è un Paese che sorride e sogna, a Modric suo.