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Jovetic: “Firenze la mia seconda casa, io mai alla Juve. Inter? Dispiace per come sia finita”

21.04.2020 | 21:08

Stevan Jovetic, ex fantasista di Inter e Fiorentina attualmente al Monaco, ha parlato in diretta con Sebastien Frey: “Sono qui a Monaco a casa con la mia famiglia. Sempre un grande abbraccio a tutti i tifosi della Fiorentina“.

Su Fiorentina-Liverpool: “Mi ricordo la sera prima della partita che loro si allenavano prima di noi. Ho visto il loro allenamento, c’era Gerrard, Torres… L’allenamento però mi ha dato fiducia perché non ho visto niente di così particolare. E’ una serata che mi ha cambiato la vita. Era una squadra molto molto forte quella Fiorentina… “.

Sull’emozione di indossare la fascia da capitano: “C’erano responsabilità anche prima della fascia, ma con quella ce ne erano di più. Emozioni pazzesche anche se lo avevo già fatto in altre squadre. Io non gridavo mai, aiutavo e davo supporto: rimane una delle cose più belle”.

Su dove vorrebbe chiudere la carriera: “Spero che la salute ci sia, io vorrei giocare fino a 37/38 anni. Io sto facendo di tutto per essere sempre in forma, ho nutrizionista, cuoco, allenatore privato… E’ sempre un’opzione, per me è una seconda casa”.

Su come è la vita a Firenze: “E’ una delle città più belle di Europa, ho anche un appartamento lì, sono stato molto bene per 5 anni, ho tanti amici”.

Su Dusan Vlahovic: “Lo conosco, è un ragazzo serio, perbene, ha qualità, fisicità ed ha tutto per fare bene”.

Sulla Nazionale: “Ho 51 presenze. Ne dovrei avere 90, ma con il ginocchio ho perso tanto. Montenegro ha sempre avuto grande giocatori, oggi c’è Savic, Vucinic nella mia generazione”.

Sulla famiglia: “L’1 marzo è arrivata la gioia più grande del mondo, mio figlio. Doveva nascere verso il 20/25, ma menomale ha anticipato un po’. Sta bene”.

Sulla ripresa della Ligue 1: “Sinceramente abbiamo parlato nel gruppo e ci hanno detto che c’è un’opzione di riniziare allenamenti l’11 maggio però prima a piccoli gruppi facendo tutti i test e piano piano integrarsi tutti insieme. Siamo fermi da un mese e mezzo, dovremo fare una preparazione da almeno 4 settimane. Faremo comunque due settimane di vacanze d’estate”.

Sugli attaccanti con i quali ha giocato a Firenze: “Pazzini, Gilardino, Mutu, Osvaldo. Poi ne sono arrivati tanti… La squadra era ottima, non solo davanti. Anche Prandelli era un ottimo allenatore, eravamo compatti, uniti, giocavamo l’uno per l’altro”.

Sull’esordio in maglia viola: “20 minuti al Franchi in estate. Ho saltato subito Busquets al primo controllo, c’è anche su You Tube (ride, ndr). Finì 3-1, ma c’era Eto’o, Iniesta, Messi…”.

Sull’esperienza al Manchester City: “L’attacco era con Aguero, Dzeko, Negredo e io… Giocavamo con due e ogni tanto uno. Sono stato 5 anni a Firenze, alla fine ho sentito l’opportunità di andare via e vincere qualcosa perché è ciò che ti rimane per sempre: ho vinto la Premier, la Coppa… Il campionato inglese è il più difficile da vincere perché ce ne sono sempre 5 o 6 competitive”.

Sul pallone regalato al figlio: “Normale. Del Monaco, poi gli ho preso anche la roba del Partizan che mia sorella ha portato da Belgrado e del Monaco”.

Sull’esperienza all’Inter: “Una delle squadre più forti d’Europa. A Manchester ho avuto tanti infortuni, stavo bene, ma non era facile con 8/9 infortuni in due anni. Mi dispiace per come è finita, sono stati 6 mesi stupendi, sono soddisfatto di quello che ho fatto con loro. Il gol all’esordio con l’Atalanta è stato veramente uno dei più belli, anche quello al Napoli in Coppa, un gol con il petto contro il Carpi, un cucchiaio contro l’Udinese… Ho vinto contro Roma, Napoli… Tante belle soddisfazioni”.

Sugli aneddoti nello spogliatoio: “Adri era un personaggio che ci faceva divertire. Come gli piaceva fare il modello… Franco Semioli era un tronista, faceva ridere. Dario Dainelli era un ottimo capitano, un ragazzo perbene, onesto. Non sapevo che fosse rientrato in società”.

Sul fatto di essere inserito tra gli 11 migliori del decennio viola: “E’ un onore per me. Fiorentina ha sempre avuto grandi giocatori, è un piacere essere tra loro. Ho sempre dato il massimo per Firenze”.

Su Cristiano Lupatelli: “A lui dovevano fare il contratto a vita. Era presente, non doveva dire nulla: quando lo vedevi iniziavi già a ridere”.

Su Monaco: “Ho iniziato presto a 16 anni nel Partizan, a 17 ero il capitano, c’erano tante pressioni. Questo è un ambiente calmo, una piazza bella, un campionato tra i 5 più belli. Il Monaco ha 5 o 6 mila abitanti monegaschi però allo stadio quando ci sono le grandi partite è pieno, ma nelle altre… Quello che vedi qua con barche, macchine, appartamenti… Non ho mai visto il Gran Premio perché ho sempre avuto problemi”.

Su Juan Manuel Vargas: “Anche lui ha fatto veramente veramente bene. Tutti sapevano che andava sul sinistro, ma metteva il braccio destro e poi crossava teso, forte…”.

Sulla Fiorentina: “Sono cambiati presidente, giocatori, ci vorrà un po’ di tempo, ma già l’anno prossimo andrà molto molto meglio. Firenze se lo merita”.

Su Franck Ribery: “Uno delle ali più forti di sempre. Senza Messi e Ronaldo si sarebbe parlato solo di lui e Robben, sempre. Ha esperienza, qualità, ti fa diventare tutta la squadra più forte”.

Sul suo stato fisico: “Ho fatto qualche gol, qualche assist, 3 o 4 traverse, ma l’importante è che mi sento veramente bene. Al top mentalmente e fisicamente negli ultimi 7/8 anni. Io sono sempre il primo che va agli allenamenti e l’ultimo ad andare via… Dovrò cambiare qualcosa. Senza questo ai grandi livelli è difficile fare qualcosa di importante. A fine carriera devi essere felice di quello che hai fatto. Mi dispiace non essere riuscito a farlo con la Fiorentina”.

Sulla partita con il Bayern Monaco: “Là ce l’hanno rubata e in casa Robben ha fatto quel gol bello. Non l’avremmo vinta certamente però anche giocare i quarti… Al ritorno con pioggia, vento… C’era di tutto”.

Sul tridente Chiesa-Ribery-Jovetic: “Non male dai…”.

Sull’episodio Delio Rossi-Adem Ljajic: “Brutta immagine per club, calciatori, per tutto il mondo. Non doveva reagire, uomo di esperienza… Non può fare quelle cose davanti a tutti, si poteva evitare”.

Sul gol più bello nella carriera: “Quello con la maglia della Fiorentina contro l’Inter che abbiamo vinto 4-1”.

Sul gol più importante in carriera: “Contro lo Sporting che ci ha portato la Champions League”.

Su un aneddoto con Frey: “Mi sono ricordato che quando sei arrivato dopo le vacanze eri sovrappeso e ti volevano fare la multa (ride, ndr): 100mila euro di multa era troppo”.

Sull’essere uomo squadra: “Bisogna sempre essere umili. Io al Partizan portavo i palloni, i coni… Ad oggi mi sembra di essere a me il giovane a volte”.

Su un articolo di giornale uscito al momento dell’addio da Firenze: “Quando andavo via sono rimasto male di un articolo di giornale che diceva che sarei andato alla Juventus. Conosco la storia viola, ho rifiutato i bianconeri più volte. Non potrei mai dire una cosa del genere, sarei una persona brutta”.

Sulla presunta entrata di Bolatti che ha scaturito l’infortunio: “Mi sono fatto male da solo, non mi ha toccato nessuno. Nessuna entrata di Bolatti”.

Foto: Twitter Futbol Mundial