Ultimo aggiornamento: mercoledi' 27 marzo 2024 00:25

Il provocatore: “Milan, ma perché vuoi cedere il migliore che hai?”

28.07.2016 | 19:00

Il calcio, si sa, non è una scienza esatta. A maggior ragione quando si parla di mercato. A volte però 2+2 può fare 4 anche in questo magnifico circo. Il nostro Jody Colletti, all’interno di questo spazio, proverà a tratteggiare scenari di vario tipo, magari di difficile realizzazione ma comunque al limite della provocazionePensieri in libertà.

Quando alla fine della sessione estiva della campagna trasferimenti mancano 34 giorni, ormai non tantissimi, il Milan è fermo al palo Lapadula. Non ce ne voglia il buon Vangioni, acquisito a parametro zero dal River Plate in tempi non sospetti, ma l’unica operazione completata dal club rossonero resta quella dello scorso 24 giugno, relativa al capocannoniere dell’ultima Serie B, strappato con rapacità ad una concorrenza agguerrita che da mesi stava lavorando sull’ormai ex alfiere del Pescara. Poi, il nulla. Perlomeno a livello di ufficialità, perché Galliani ha provato comunque a lavorare su fronti anche delicati, da Pjaca – con tanto di effimera missione in Croazia prima del sorpasso Juve – a Musacchio, il centrale che Vincenzo Montella aveva, ha individuato quale obiettivo prioritario per rinforzare la difesa. Il problema però è che senza soldi non si canta messa (proverbio, lo storico avvocato di casa Milan non c’entra). E dal lontano Oriente il famoso cash ancora non arriva. Non ci dilungheremo molto sulla situazione societaria, perché è stato ampiamente sfondato il muro del farsesco. È vero che per certe negoziazioni serve tempo, ma è vero anche che dal febbraio 2015 a oggi ne abbiamo sentite di tutti i colori. I tifosi rossoneri ne hanno piene le tasche e ormai hanno in odio la parola “closing”, ennesima contaminazione di una lingua – la nostra – via via sempre più svilita a beneficio dei suoni anglofoni. Ad ogni modo, tra percentuali, cifre, smentite, blindatissimi vertici ad Arcore, trattative esclusive, comunicati, preliminari firmati non seguiti dai contratti definitivi (Mr Bee, ei fu), date di presunte svolte, identità misteriose celate dietro composite cordate cinesi (alla fine ci scapperà pure un 2% per Kung Fu Panda)…son passati 18 mesi. E il Diavolo è ancora nelle mani di Silvio Berlusconi, che però nelle more ha maturato l’idea di passare la mano definitivamente. Forse sarebbe bastato prendere esempio dai cugini dell’Inter, che in due anni e mezzo di svolte dagli occhi a mandorla ne hanno concretizzate ben due. Il frangente è delicato, i grossi problemi riscontrati da Fininvest con Vivendi non hanno certo migliorato la situazione generale, ma c’è un organico da migliorare a meno di un mese dall’inizio del campionato. Dei dané, come detto, neanche l’ombra ed a questo punto non è facile ipotizzare che il tutto si sblocchi entro la fine di agosto. L’attuale patron, prossimo al compimento degli 80 anni, qualche settimana fa aveva esclamato: “I cinesi investiranno 400 milioni di euro in due anni, così da far tornare il Milan protagonista in Italia, in Europa e nel mondo”. Ecco, diciamo che se ne sbloccassero almeno una cinquantina subito, non sarebbe malaccio. Perché nel frattempo il Milan è finito per il terzo anno di fila fuori dalle Coppe, il poker sarebbe sconsigliabile perché non si può vivere soltanto di passato, per quanto massimamente glorioso a livello internazionale.

E magari, in presenza di nuova linfa economica, si potrebbe provare a trattenere Carlos Bacca, la cui cessione allo stato attuale sembra rappresentare l’unica via per autofinanziare i nuovi innesti. Già, ma che senso ha vendere al costo d’acquisto – 30 milioni – il migliore elemento della rosa (unitamente a Donnarumma) ? Un gigantesco boh campeggia nelle menti di tanti, perché qui non stiamo parlando soltanto della volontà del giocatore (legittimamente voglioso di giocare la Champions, di qui i continui no al West Ham al quale il Milan lo aveva già impacchettato) bensì della strategia della società. Piaccia o non piaccia, l’attaccante colombiano, alla sua prima annata in Italia, è riuscito ad andare a segno ben 18 volte in campionato (e altre 2 in Coppa Italia), pur all’interno dell’ennesima stagione fallimentare rossonera. Gli esteti, abituati a caviale e champagne, fanno giustamente notare che Bacca quando non segna “non si vede”, partecipa poco alla manovra. Giusto, ma qual è la novità? Le sue caratteristiche sono quelle di un finalizzatore da 4-2-3-1, non è certo sua la colpa se chi di dovere l’anno scorso ha optato per altri tre moduli (4-3-3, 4-4-2 e 4-3-1-2). El Peluca ha bisogno di essere supportato da una squadra che giochi per lui, non a caso la sua principale speranza è quella di raggiungere a Parigi Unai Emery, l’uomo con il quale si consacrò cecchino infallibile anche a livello europeo. Al Psg però sanno bene che l’arrivo di un nuovo centravanti potrebbe risvegliare i malesseri di Cavani, riuscito finalmente a “sbarazzarsi” di quell’Ibra che lo aveva costretto sugli esterni. Inoltre i campioni di Francia attualmente hanno tutti gli slot per gli extracomunitari occupati. Anche sfruttando tali contingenze il Milan, specie considerando il protrarsi dell’impasse societario, piuttosto che esporre Bacca in vetrina con tanto di cartello “vendesi”, dovrebbe fare il massimo per trattenerlo. A costo di supplicarlo, magari chiedendo a Montella di fare il possibile per trovare un abito tattico idoneo alle prerogative del bomber sudamericano. A parere di chi scrive, solo se i cinesi si destassero sarebbe concepibile uno scenario diverso. Ma il tempo stringe. Oltretutto, dando via Carlos per 30 milioni, poi non andrebbe trovato un sostituto? Tra i top o presunti tali l’unico disponibile al medesimo prezzo era Milik, ma è già del Napoli, compagine tra l’altro cui Bacca è stato accostato ma, almeno per ora, Carlos non occupa il primo posto nella lista di Sarri. E francamente non pensiamo che il Milan voglia caricare il peso dell’attacco su Lapadula, che va inserito senza pressioni: sarebbe un altro autogol clamoroso. A meno che non si voglia puntare tutto su Luiz Adriano o Matri, ma non ci credono nemmeno gli esteti più oltranzisti, quelli che preferirebbero persino un panino al pesce fresco di casa Bacca.

Jody Colletti    Twitter: @JodyColletti

Foto: zimbio.com