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GEORGE PUSCAS, L’EROE DELLA FAVOLA BENEVENTO

09.06.2017 | 10:35

Puscas

L’8 giugno sarà una data che a Benevento difficilmente dimenticheranno. Lo stadio “Ciro Vigorito”, nella serata di ieri, si è trasformato nelle ‘Forche Caudine’ per il Carpi, arresosi alla banda di Marco Baroni che si è imposta per 1-0 nel ritorno della finale playoff di Serie B, grazie alla rete di Puscas al 32′ del primo tempo. Per il Benevento si tratta di una vera e propria favola moderna: a un anno di distanza dalla (prima) promozione in cadetteria, le Streghe conquistano anche la Serie A per la prima volta nella loro storia. Un sogno lungo 88 anni, un traguardo impronosticabile a inizio stagione. L’eroe del match ha un nome e cognome: George Puscas, autore della rete che ha permesso ai sanniti di staccare il pass per il massimo campionato italiano. L’attaccante romeno scuola Inter ha vissuto un’annata difficile, con un lungo infortunio al menisco che lo ha tenuto fermo ai box per buona parte della stagione. Fino alla 40esima giornata di campionato, infatti, Puscas aveva collezionato appena 15 presenze e 2 reti. Poi l’exploit: 2 gol nelle ultime due partite della regular season, a seguire altri 3 centri nella fase playoff. Prima il gol decisivo contro lo Spezia nel turno preliminare, poi quello nella gara di ritorno contro il Perugia che spegne le velleità di rimonta degli umbri e infine il gol promozione contro il Carpi, ancora nella gara di ritorno, che regala al Benevento la gioia della Serie A. Una favola incredibile, che ha nel suo principe azzurro proprio l’attaccante romeno.

George Puscas è nato in Romania, nel 1996, nel piccolo villaggio di Marghita, ma è di etnia ungherese, vivendo proprio al confine con il paese magiaro: ecco spiegata l’assonanza con il fenomeno Ferenc Puskas. Scherzi del destino: perché se con la stella degli anni ’50 condivide (quasi) il cognome e la provenienza, per il resto non possono esservi giocatori più distinti benché dello stesso ruolo. Figli ognuno del proprio tempo, Puskas era un potente centravanti, che si muoveva lento ma sinuoso tra le maglie avversarie; George invece sembra un cyborg creato apposta per il calcio moderno. Ben strutturato fisicamente (185 centimetri) ed agile coi piedi, possiede notevoli capacità tecniche, ama svariare su tutto il fronte offensivo, oltre a ritagliarsi un ruolo da ‘cecchino’, quando c’è da scardinare le porte avversarie. Il giovane talento comincia dalle giovanili dell’Oradea, club di seconda divisione, dove si fa apprezzare a tal punto che nel 2012 la dirigenza lo premia col passaggio in prima squadra. Qui si mette in luce con numeri di alta scuola, arricchiti da 2 gol in 13 partite, che ne certificano un talento al quale l’Inter non resta indifferenti sotto referenze più che positive dell’allora osservatore Pierluigi Casiraghi. Piccolo retroscena: sul giocatore c’erano anche Juventus e Arsenal, a fare la differenza per il club milanese fu Christian Chivu, che con una telefonata rassicurò il ragazzo sulla bontà dell’offerta dei nerazzurri. Un anno di prestito, per cominciare: poi, casomai, il riscatto fissato a 600.000 euro. Puntualmente avvenuto. Il giovane attaccante viene aggregato alla formazione Primavera allenata da mister Salvatore Cerrone, con il debutto in maglia nerazzurra che avviene nella prima giornata del campionato Primavera girone B contro il Brescia. Alla decima poi finisce per la prima volta sul tabellino dei marcatori. Inter-Varese 6-0 per lui è hat-trick come dicono gli inglesi, è tripletta. Da quel giorno George si alternerà per il posto di titolare fisso in attacco con l’altro baby-fenomeno della cantera interista: Federico Bonazzoli. Chiuderà la sua prima stagione in Italia con un bottino niente male, 8 goal in 18 presenze in campionato e 3 goal in 5 presenze in Coppa Italia, 2 reti solo nella semifinale d’andata contro la Lazio. Di lui si accorge anche Walter Mazzarri, allora tecnico dell’Inter, che nelle partite contro Udinese, Livorno, Bologna, Sampdoria e Parma decide di portarlo in panchina, facendogli assaggiare l’atmosfera delle grandi occasioni, senza però concedergli la gioia del debutto in A. Esordio rimandato alla stagione successiva, sotto la guida di Roberto Mancini, quando il giovanissimo romeno colleziona 7 presenze tra campionato e coppe. In estate, nonostante il rinnovo del contratto fino al 2019, viene mandato in prestito al Bari a farsi le ossa in cadetteria. Con la maglia dei Galletti le cose non vanno benissimo: appena 18 presenze complessive, impreziosite però da 5 reti. Un bottino niente male per un ragazzo alla prima esperienza tra i grandi, in un campionato difficile come la B. A fine stagione, il 15 luglio 2016, dopo essere tornato all’Inter, viene nuovamente ceduto in prestito (con diritto di riscatto e contro-riscatto), questa volta al Benevento, squadra neopromossa in Serie B. Il resto, è storia recente. “Non ho parole, abbiamo fatto quello che desideravamo fin dall’inizio dell’anno. Il gol è stata una delle emozioni calcistiche più belle della mia vita, ho fatto sognare una grande città, lo abbiamo fatto tutti e niente ora vogliamo goderci la festa. Futuro? Mi piacerebbe restare a Benevento perché abbiamo fatto una grandissima cosa”, sono state le parole a caldo di Puscas, match winner nella sfida promozione contro il Carpi.

Puscas, considerando anche la sua giovane età (21 anni appena compiuti), è un giocatore dal grande potenziale, molto forte fisicamente e dotato di un’ottima tecnica di base. E’ il prototipo dell’attaccante moderno: destro naturale ma sa calciare bene anche con il sinistro, abile a difendere il pallone, dotato di una buona velocità e di un ottimo tiro dalla distanza. Sa giocare benissimo spalle alla porta ed è abile a girarsi andando alla conclusione. Opportunismo e umiltà fanno di lui un giocatore assolutamente da tenere d’occhio. Nel corso della sua pur breve carriera ha dimostrato di sapersi destreggiare in più ruoli sul fronte d’attacco, il che lo rende un giocatore duttile e polivalente. La prossima stagione potrebbe essere quella della definitiva conferma o magari del cosiddetto salto di qualità. Ci spera il Benevento, in vista dell’imminente campionato di A che lo attende. Ci spera anche l’Inter, che un giorno potrebbe trovarsi tra le mani un futuro top. Nel frattempo il gioiellino classe ’96 si gode la meritata festa: il Benevento vola in Serie A per la prima volta nella sua storia. Nel segno di George Puscas, l’eroe della favola delle Streghe.

 

Foto: Ansa