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GAVETTA, TECNICA E VISIONE DI GIOCO: MATTIA ZACCAGNI, L’ASSO NELLA MANICA DI JURIC

11.11.2020 | 12:58

Mattia Zaccagni nasce a Cesena il 16 giugno del 1995, cresce nelle giovanili del Bellaria Igea Marina, con la quale debutta tra i professionisti nel 2012-13.
Nell’estate del 2013 va all’Hellas Verona in prestito, ma il club scaligero dopo averlo inserito nelle giovanili lo riscatta, per poi girarlo a Venezia nell’estate successiva.
Al termine dell’esperienza in Lega Pro col club veneto, rientra dal prestito e si aggrega alla prima squadra dell’Hellas, l’allenatore Andrea Mandorlini lo convoca e lo fa anche esordire in A a San Siro contro l’Inter, dove Zaccagni sostituisce Sala.
Nel seguente mercato di gennaio viene mandato in prestito al Cittadella, dove resterà per sei mesi a giocare in C, nell’estate 2016 torna a Verona e firma un quadriennale, la squadra è retrocessa in B e quell’anno riconquista l’immediata promozione nel massimo campionato.
Il ritorno in Serie A non è dei più fortunati, una nuova retrocessione ed un infortunio ai legamenti del ginocchio che hanno chiuso la sua stagione a novembre.
Quella del 2018-19 è l’annata che lo afferma nel centrocampo degli scaligeri, mette a segno tre reti in stagione e l’1-0 che ha dato il via alla rimonta nel ritorno della finale play-off contro il Cittadella porta la sua firma, finirà 3-0 per l’Hellas ribaltando il 2-0 dell’andata.
Nel luglio 2019 rinnova fino al 2022 e trova spazio e modo di farsi conoscere in massima serie, siglando il suo primo gol a gennaio 2020 contro il Genoa.
Per il suo rendimento in continua crescita viene convocato per la prima volta dalla Nazionale di Mancini l’8 novembre 2020.

Mattia Zaccagni è un trequartista che in passato ha ricoperto anche il ruolo di terzino, è dotato di grande visione di gioco, il dribbling e il cross sono le sue doti migliori, non ha un tiro devastante ma una buona tecnica, aiuta la squadra in fase difensiva e cerca sempre il passaggio più corretto per dare concretezza alla manovra.
Non è un giocatore particolarmente appariscente, ma la sua continuità unita al suo talento lo sta facendo diventare uno dei centrocampisti più apprezzati della Serie A, il suo compito è quello di aiutare i suoi a confermare l’eccellente stagione passata, quando il Verona chiuse a soli due punti dal Sassuolo.
“Ho fatto un po’ di assist, mi piace mandare in gol i miei compagni, sono momenti belli”, disse, ad un’intervista fatta quando era uno dei primi calciatori positivi al Covid-19 a fine marzo.
Diciamo che la sua parte iniziale della carriera è stata un’altalena continua tra Serie C, B e qualche sprazzo di A come succede a tanti suoi coetanei, un percorso graduale dal quale però ne è uscito con miglioramenti importanti, ora è pronto a prendersi il Verona e per il suo allenatore Juric “è uno dei calciatori più intelligenti che abbia mai allenato”.
Questa convocazione in Nazionale è il giusto premio per un ragazzo che ha fatto passi da gigante, ma silenziosamente, con una maturità e una dedizione al lavoro sempre più rara da riscontrare di questi tempi.

Foto: Twitter Hellas Verona