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Gattuso, il Milan mai sarà un nemico. Al massimo sarà un rimpianto (non suo)

12.07.2020 | 00:15

Rino Gattuso ha trasformato il Napoli in modo clamoroso, possiamo dirlo? Sì, possiamo (anzi dobbiamo)  dirlo. Ha rilevato un inferno da Ancelotti, c’erano tutti i presupposti per chiudere una stagione in modo ancor più negativa. Li ha ripresi per i capelli uno per uno, ha sofferto nelle prime partite, poi la strada è sempre stata quella giusta. Nessuno si offenda, ma se fosse arrivato un mese prima probabilmente (senza probabilmente) il Napoli avrebbe lottato per il quarto posto. Lui, Ringhio, sta lavorando per il presente e per il futuro, ha portato a casa una Coppa Italia da dedicare a chi parla, parla, parla e vince quasi mai. Stasera un’altra tappa di crescita, contro il Milan in grande forma e capace di dare tre gol alla Lazio e quattro alla Juve nelle ultime due partite. Una bella partita, molto bella, e diventa inevitabile tornare indietro, al maggio del 2019 quando Ringhio decide di lasciare il Milan. E anche di lasciare i soldi del suo contratto per fare in modo che venissero pagati tutti i suoi collaboratori fino all’ultimo centesimo. Uno dei suoi soliti grandi gesti di profonda umanità, ma il discorso non è questo. Il discorso è un altro. Il Milan per Gattuso mai sarà un nemico, ha quei colori scolpiti sulla pelle, una storia di trionfi e di emozioni inenarrabili. Al massimo sarà un rimpianto, non suo perché andò via dopo aver capito che non ci sarebbe stata sintonia in relazione ai programmi legati al futuro. E ha preferito non rovinare una storia d’amore, defilandosi prima del tempo e malgrado un contratto. Il rimpianto magari è stato, e sarà, di chi ha fatto poco o nulla per trattenerlo, col senno di poi ma (forse) anche di prima.

Foto: profilo twitter Napoli