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Fumo di Zeman

30.09.2012 | 10:55

Premessa: quando me lo hanno chiesto, un mese fa, ho votato Zeman e la Roma tra le prime tre. Siamo a fine settembre, giusto ricordarlo anche se non è il momento del riepilogo. Ma, dopo l’avvilente prestazione in casa della Juve, i tifosi della Roma meriterebbero una spiegazione. Almeno quella. La Roma è stata asfaltata. Alla vigilia il boemo si era preoccupato di parlare di mancanza di stile dell’avversario per aver mandato Filippi in conferenza stampa. Anziché occuparsi di simili sciocchezze, sempre le stesse sterili polemiche, non sarebbe stato giusto preparare meglio la partita? No, dai, in serie A non si gioca così. In un quarto d’ora abbondante l’hanno preso a pallate, in un tempo – il primo – avrebbe potuto chiedere il pallottoliere. Inferiorità tecnica, tattica e fisica. Rassegnazione mista a timidezza che neanche una provinciale al primo appuntamento con uno stadio prestigioso avrebbe.
Diciamo la verità: dopo aver speso un settantina di milioni sul mercato oltre un anno fa, dopo aver rinnegato il progetto Luis Enrique, a Sabatini e Baldini non restava che andare tra le braccia di Zeman. Primo perché non c’era la stessa disponibilità economica, secondo perché con Zdenek ci sarebbe stata una rivalutazione delle operazioni naufragate (Lamela). Diciamo un’altra verità: non è che Sabatini ci sia facendo una bella figura, nessuno gli perdonerebbe un’altra stagione da mal di testa. Siamo a Roma, mica periferia del calcio.
Però Zeman deve essere il primo a parlare di calcio. Lasciando da parte una volta per tutte la storia delle farmacie, del doping, eventuali e varie: l’ha detto tante volte, ormai lo sappiamo a memoria, che senso avrebbe ripeterlo? Non sarebbe giusto utilizzare quel tempo per spiegare – possibilmente alla squadra e non ai giornalisti – cosa fare e come fare per evitare che si ripetano figuracce come quelle di ieri sera a Torino? Il problema non è soltanto l’eterna allegria difensiva, eppure nella seconda parte del recente campionato con il Pescara si pensava a un’inversione di tendenza rispetto al solito Sdengo. Invece, nulla. La vittoria in casa dell’Inter? Un falso indizio. Ma il problema è un altro: non si nota la mano, neanche un dito, delle squadre normalmente affidate al boemo. Come se la Roma fosse stata consegnata al Signor Nessuno, a un autentico principiante che ha già spaccato tutto e che non sa più come intervenire e come risolvere.
Invece, stiamo parlando di Zeman. Per ora, fumo di Zeman.