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Follie cinesi: quando il conto in banca (anche di Witsel) fa la differenza

31.12.2016 | 00:38

Inutile fare troppo filosofia. Si può ripetere cento o mille volte che il calcio cinese non ha appeal, ma cosa volete che importi a loro – i calciatori, i diretti interessati – quando il conto in banca fa la differenza? Anzi, loro più sono giovani e più stanno meglio: vanno a prendere i soldi a 25 o 26 anni e poi sono sempre in tempo a tornare nel calcio che conta. Oscar è un esempio, Witsel si avvia a esserne un altro. Prendete la storia di Axel: a fine luglio si era promesso alla Juve, ha detto no a qualsiasi proposta di rinnovo dello Zenit, aveva fatto una capatina a Torino a fine agosto sperando di chiudere e poi aveva incassato un due di picche. Un due di picche? A pensarci ora viene molto da ridere. Non troppe settimane fa Witsel aveva rilasciato dichiarazioni che erano un inno assoluto nei riguardi di Allegri, di Dybala, del club bianconero. E poi? E poi arrivano i ricconi di Shanghai Sipg, spinti da Villas Boas che conosce bene Axel, e mettono sul piatto un ingaggio circa quattro volte superiore rispetto a quanto avrebbe garantito la Juve. Sfondiamo il muro dei 15 milioni a stagione, forse ci avviciniamo ai 20 con i bonus, sono dettagli. Ma senza trascurare, anzi, i rilanci dell’ultim’ora del Tianjin Quanjian di Fabio Cannavaro. Dettagli, sempre cinesi sono. E così quelle belle parole, quelle promesse, quelle dichiarazioni a forti (esclusive) tinte bianconere stanno per volatilizzarsi. Cosa avreste fatto voi? Loro non hanno dubbi: il conto in banca, soltanto quello.

Foto: tankosoccer.com